CAMP MELLITO TUSCANY - CM 3.0 EDUCATIONAL
In questa sezione potrete trovare un sunto delle lezioni svolte @ Camp Mellito Tuscany e/o le relative slide. Un po' di pazienza, la necessaria razionalizzazione e ottimizzazione del materiale richiede tempo e dedizione ai nostri "volontari della fatica". Sunto Sudano! - testo di doc Maurizio Sudano > Il camp 3.0 non ha tradito le promesse della vigilia ed è stato un evento in puro stile DNL. Per chi non lo avesse ancora capito, “DNL-style” significa non farsi sopraffare dal tormentone “glicemia/CHO”, e dare briglia sciolta (con giudizio) agli aspetti squisitamente atletici del proprio sport preferito. E’ da anni che Il Presidentissimo si sgola nel dire che è inutile massacrarsi di sticks glicemici se non si ha ben chiaro che l’atleta con DMt1 è prima di tutto.....un atleta. L’adattamento FISIOLOGICO (le maiuscole non sono un caso) agli sports di endurance praticati con testa e metodo può raggiungere proporzioni imponenti che hanno un impatto (per lo più positivo) sull’equilibrio metabolico. Quest’anno la brigata era più varia in termini di preparazione atletica, e si è toccato con mano la validità dell’assioma “atleta allenato=risparmiatore di CHO”. I partecipanti poco o nulla avvezzi al doppio allenamento quotidiano imposto dal militaresco programma hanno patito qualche ipo di troppo, ma senza drammi. Forse per il prossimo camp bisognerà prevedere sessioni “omogenee” per livelli di allenamento. Per tutti vale la regola che cambiamenti importanti nel programma sportivo (aumento della frequenza settimanale di allenamenti, sedute “doppie” ecc.) possono in un primo tempo far “pagare pegno” in termini di aumentata richiesta di CHO nelle 24 o 48 ore successive alle prove. L’iperglicemia secondaria ad attività intensa (per sforzi > 80% della VO2 max), pallino del sottoscritto e investigata in maniera un pò garibaldina al Coupon di S. Pellegrino Terme, è stata questa volta sviscerata e sequenziata con cura, grazie alla collaborazione di Marco e del sempre impeccabile team del Marathon Center. Il microinfusore era stato lasciato alla velocità basale tipica per quell’ora mattutina, (avete letto bene, NON è stato spento), né Marco aveva assunto extra CHO. Nel corso di un test incrementale durante il quale l’atleta ha sviluppato all’apice più di 420 watts di potenza, le glicemie sono aumentate in maniera assolutamente lineare, quasi perfettamente appaiate all’incremento della frequenza cardiaca, che a fine test ha superato il 90% della Fcmax tipica di Marco. Alla faccia di timori sparsi in altre sedi a piene mani, nel caso di prestazioni ad elevata intensità il problema può essere...l’iperglicemia, poiché la regia dell’equilibrio metabolico in queste situazioni passa dalla coppia insulina/glucagone alla “famiglia” delle catecolamine (adrenalina e noradrenalina). Non sorprende quindi che durante i “briefings” successivi diversi partecipanti abbiano fatto notare che l’iperglicemia da “sforzo” è un problema tutt’altro che raro. Da qui l’invito a usare con metodo e intelligenza il vostro "cardiofrequenzimetro": registrate e annotate in “stile DNL”, ne parleremo al prossimo Camp! Dott. Maurizio Sudano Slide Relazione 1 Sudano - Mind First: pratica sportiva e sperimentazione consapevole nell’atleta con diabete di tipo 1 Slide Relazione 2 Sudano - FisioPatologia degli Sport di Endurance Entry Level A breve on line: Sunto lezioni/slide di fisiopatologia, allenamento, stretching, educazione nutrizionale, carbocounting.
|