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MELL1TO BAKEKA 2011 - Minneapolis TC 10 mile


PhD @ Minneapolis TC 10 Mile

 

Mell
ito Girl Oversea!

Francesca "PHD" Polese (Milano, DM1, CSII, Pb HM 1:45, Team Diabete No Limits Italia) selezionata per la 10 miglia,
corsa contestuale alla Twin Cities Marathon di Minneapolis 2011.

Minneapolis, USA - 2 ottobre 2011

https://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=ad31aeab83&view=att&th=132ce7746d0f5d6a&attid=0.1&disp=inline&zw
PHD Oversea - The Race - 3 ottobre 2011
Sono tornata a casa da qualche ora. Ancora jetlag e necessitĂ  di mettere ordine nelle emozioni che si sono susseguite veloci e diverse nel corso di questo weekend allungato.
Ero partita con qualche prevenzione, ma devo dire che l’avventura è stata molto più “forte” e coinvolgente di quanto avessi immaginato, sebbene elementi di perplessità permangano. Ho conosciuto persone che hanno davvero rischiato la vita (attacco cardiaco improvviso, per esempio), vissuto traumi forti, e che, grazie alla tecnologia e alla medicina, riescono a condurre una vita fatta anche di corsa (non di jogging, ma di corsa vera e propria sebbene magari non con tempi sensazionali). Io, come diversamente glicemica, mi sentivo privilegiata, fortunata, sana. Nessuno mette in dubbio la rottura di scatole e la fatica che la gestione quotidiana delle glicemie ci impone, per non parlare di quando si gareggia o si affrontano altre attività “particolari”, però non posso e non voglio paragonarmi con il global hero che si è corso la maratona con l’aorta ricostruita, o un altro che si è corso le 10 miglia con il neurostimolatore per combattere il Parkinson. Insomma, forse è vero che ciò che non si conosce lascia sempre un’impressione più forte di quello a cui siamo abituati. Però.....
Ad ogni modo, ho conosciuto un gruppo di persone che ha avuto voglia di mettersi in gioco, di confrontarsi, di scambiare le proprie esperienze apertamente e senza “nascondere” nulla, in modo sereno (più o meno) e rilassato, senza nessun vittimismo, e che ha trovato gioia nel fatto di poter correre insieme. Mi sembra che già questo sia un motivo che può giustificare il viaggio.
La corsa è stata bellissima, anche se non si capisce per quale motivo occorre far partire la 10 miles alle 7:09! Era ancora buio (il sole stava appena sorgendo) e faceva un freddo cane. Però c’era già tifo lungo le strade, famiglie con bambini, ragazzi e ragazze, nonni e nipoti. Insomma, ad ogni metro c’era qualcuno che ti incitava, batteva le mani, sorrideva, suonava, sventolava cartelli assurdi.... Immagino che cosa deve essere correre la maratona in un clima così festoso.
Il percorso era bello, un po’ su e giù (circa 100m di dislivello... Algo ci tiene a sottolinearlo), partenza da Minneapolis e arrivo a St. Paul con attraversamento del Mississippi. Colori autunnali spettacolari baciati da un bellissimo sole, che ha iniziato a scaldare i runners poco dopo la partenza.
I partecipanti alla 10 miles erano circa 8.000, per cui la partenza è stata per forza di cose un po’ lenta e affollata. Ho corso il primo miglio con Algo, poi ho sentito che le gambe andavano bene, e, pur se combattuta, ho deciso di partire abbandonandolo per correre fino in fondo la mia gara. Non ho mai tirato, mi sono guardata intorno, ho bevuto e assorbito il tifo e il calore che non ci ha abbandonato fino all’arrivo, ho scherzato con qualcuno a bordo strada. Ho chiuso in 1h18’. Non male, calcolando che avrei potuto dare di più.
Per quanto riguarda la gestione glicemica, il sensore che avevo montato mi ha detto che sono rimasta stabile (attorno ai 140) per tutta la gara. Fra parentesi, sono stata la prima a tagliare il traguardo fra i global heroes che gareggiavano nella 10miles. Algo, con il suo 1h23 è arrivato secondo. DNL può essere fiero di come abbiamo onorato il suo vessillo all’estero!
Il “disastro” glicemico l’ho combinato io dopo con le mie mani, quando mi sono bolata per mangiare: avendo molta fame (colazione fatta in camera con generi di fortuna alle 5) ho esagerato, ho poi mangiato meno del previsto, e questo è stato l’inizio di una lunga giornata trascorsa quasi costantemente bassa. Vabbè... non diventerò mai perfetta!
In conclusione, è un’esperienza chttps://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=ad31aeab83&view=att&th=132ce7746d0f5d6a&attid=0.3&disp=inline&zwhe mi sento di raccomandare a tutti: convertitevi al micro!!!!!
Scherzi a parte, sono stati giorni di confronto e di riflessione, oltre che di piacevole vacanza, che mi hanno lasciato molto. Un’ultima annotazione per Issimo: il completo DNL che hai distribuito l’anno scorso al campo di Arezzo ha fatto faville.... Tutti i global hero diabetici ne sono rimasti molto colpiti!
La vostra fiera global hero,
PhD



DNL Oversea - PHD report # 2
- 1 ottobre 2011

Oggi è stata la prima vera giornata da “Global Hero”. E’ una strana sensazione quella di essere trattati con i guanti di velluto, coperti di mille attenzioni, accuditi in ogni secondo, circondati da persone pronte a farsi in quattro per esaudire ogni nostra richiesta.... grazie a cosa? Solo al fatto che so correre 10 miglia con un microinfusore! Mi pare che tutto questo sia il contrario di quello che professa DNL, vale a dire che il diabete non ci rende diversi dagli altri (beh... a tratti glicemicamente sì), ma semplicemente ci costringe ad agire più responsabilmente e a prendere in maggiore considerazione gli effetti delle nostre azioni.
Comunque, per tornare alla giornata. Visita al quartiere generale della Medtronic: un posto che sembra un po’ finto, quasi vuoto, lussuoso e silenzioso come una specie di tempio. Lungo tempo trascorso davanti alle teche in cui erano in esposizione tutti i vari apparecchi che sono prodotti dall’azienda per curare diverse patologie. Il medico che ci faceva da guida si è “dimenticato” di illustrare i micro e i sensori.... vabbè, diciamo che abbiamo imparato tutto su neurostimolatori, pacemaker e quant’altro!
Abbiamo poi partecipato ad un pranzo di gala (ci siamo dovuti anche vestire “eleganti” per l’occasione) con altri discorsi sull’importanza di essere global heroes (un modello per altri nelle nostre stesse condizioni) seguito da presentazione individuale (ognuno chiamato sul palco per ritirare qualche tipo di premio che ancora non ho aperto ma che mi verrà poi spedito a casa a causa dell’ingombro). Fra i miei 25 “colleghi” mi sembra che ci siano davvero eroi: gente che corre da pluri-infartuata, con stent coronarici, pacemaker, defibrillatori ecc.... Insomma, un semplice diabetico cosa c’entra?
Per quanto concerne l’aspetto glicemico: giornata da cancellare. Mi chiedo come facciano a gestire la glicemia i diabetici a stelle e strisce: mangiando fuori, per quanto mi impegni a fare a conta dei CHO, i valori sono assolutamente imprevedibili e ballerini. E’ un continuo rabboccare salvo poi ritrovarsi in ipo poco dopo... Insomma, un casino! Non vedo l’ora di tornare alla dieta mediterranea.
Sulla gara: mi sembra che qui siano tutti eccitatissimi, che la città viva la maratona come un grande evento. Di certo, e giustamente, la 10 miles è meno partecipata (in termini di pubblico), ma spero comunque di avere un po’ di supporto lungo la strada. Sono un po’ preoccupata perché sta calando la temperatura e a me sta venendo il raffreddore....
Ma un vero dnllino non molla mai! Saprò farmi onore.


DNL Oversea - PHD report # 1 - 29 settembre 2011

Scrivo queste poche righe su uno scomodishttps://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=ad31aeab83&view=att&th=132ce7746d0f5d6a&attid=0.4&disp=inline&zwsimo sedile dell’aereo che da Amsterdam mi sta portando a Minneapolis. Non so bene dove sono: in cabina c’è buio pesto perché le tendine dei finestrini sono tirate, i passeggeri parlano lingue diverse e hanno espressioni, sguardi, abiti di provenienza mista. Ce ne sono tanti, troppi, fra quelli seduti in questa cabina che sono davvero giganteschi, grossi, alcuni anche grassi (così, per gioco e per ingannare un po’ il tempo che sembra non passare mai mi immagino di calcolare la BMI per fila o per l’intera sezione della cabina che riesco a vedere se mi metto in piedi nel corridoio: ne vengono fuori delle cifre spropositate... meglio lasciar perdere, meglio non sapere) .... per fortuna questa volta sono seduta di fianco ad Algo e non rischio di essere schiacciata dallo strabordare di uno di questi giganti.
Quella che era iniziata come un’avventura che mi sembrava assolutamente improbabile, fuori dalla mia portata, si sta invece per concretizzare. Fra poco, anzi, sarà finita e da futuro sarà diventata passato. Sto andando a correre da “global hero”, mi hanno scelto perché sono un “modello” di vita per altri diabetici... Bella questa! Ma chi ci crede?!? IO un modello per un diversamente glicemico???? Nessuno è modello per qualcun altro, ognuno ha obiettivi, spinte, desideri diversi. Lo spirito con cui mi sono candidata per questa “missione” è stato scanzonato: il mio obiettivo era di farmi qualche giorno di vacanza negli USA a spese altrui (Medtronic in questo caso) e correre sentendo quello che è descritto come un sostegno e un tifo leggendario, quasi mitico: il supporto che il pubblico americano riserva per i runners delle competizioni che si svolgono nelle strade del loro paese. Per me saranno solo 10 miglia e non la maratona vera, ma in fondo non penso che il tifo sia tanto diverso.
In questo momento, sopra all’Oceano (credo), non sto pensando alla gara. Non faccio strategie nĂ© mi pongo obiettivi di tempo. La tensione della gara magari arriverĂ , piĂą avanti; c’è tempo: è solo mercoledì e occorre aspettare fino a domenica mattina. Quello che sto pensando in questo momento è che in realtĂ  voglio che questa trasferta sia piĂą di una vacanza e piĂą di una corsa. Deve essere l’occasione per far capire il messaggio DNL,  per vedere se anche diversamente glicemici di culture, contesti e lingue diverse si ritrovano nel succo DNL: responsabilitĂ , consapevolezza, condivisione.
So che in questa avventura un po’ pazza (attraversare l’Oceano, 9 ore di volo e 7 di fuso orario solo per correre 16k!) mi porterò anche DNL in tutte le sue diverse forme, facce, espressioni e stili di corsa. Algo si è impegnato a farmi da “running buddy”, a correre per la prima volta per 16k e anche questa è un’avventura e bene incarna lo spirito DNL: diversamente diabetici e diversamente glicemici uniti nella corsa (con il diversamente glicemico anche un po’ più veloce.... Algo non me ne voglia!).
A chiusura di questa prima puntata del diario di viaggio una nuova sfida per Issimo e DNL: come gestire i CHO del cibo servito in aeroplano (non vale chiedere il menu diabetici che viene servito con tanto di etichetta con CHO counting giĂ  fatto!)? Io ho seguito il metodo piĂą infallibile, a cui faccio ricorso quando non so da che parte sbattere la testa: procedo a cazzo. Il risultato sembra ottimo: ho 81 (appena provato!).
Stay tuned for the next report.
 


Anteprima Minneapolis TC 10 Mile:
di Francesca PHD Polese

Vari motivi mi hanno spinto a candidarmi per la partecipazione all'evento gestito e sponsorizzato dall'azienda Medtronic, produttrice del microinfusore da me utilizzato.
Li elenco in ordine sparso, con buona pace di Issimo che invece ci incoraggia ad adottare sempre un approccio razionale e controllato (ma ho mantenuto il numero magico, i.e. 10):

1) visitare Minneapolis (cittĂ  mai vista) e approfittare per fare un po' di shopping (ammesso che l'euro esista ancora ora di ottobre)
2) provare a correre negli USA, dove pare che il tifo e il sostegno del pubblico lungo il percorso siano mozzafiato (sì, lo so, dovrei fare la maratona per apprezzarlo in pieno ma ancora non ce l'ho nelle gambe)
3) emulare Gip (che invece da global hero ha fatto proprio la maratona)
4) tentare di far capire che non mi sento una "hero" perché diabetica (né perché microinfusa) e che quindi dovrebbero cambiare il nome al loro programma
5) "sfruttare" per una volta il microinfusore che porto (guarda caso Medtronic!) non solo per boli e basale ma anche per viaggiare e gareggiare.
6) testimoniare, anche negli States, che esiste una realtĂ  chiamata DNL, che diffonde una "filosofia" su cui dovrebbero riflettere tutti, non solo diabetici, e che ha sede "nel cuore delle persone" (cit da ...)
7) sfoggiare il nuove completino "lady" DNL
8) costringere Algo (mio marito, ndr) a correre 16 km!
9) mangiarmi un cheeseburger con bacon innaffiato di root beer (Mitch... mi dispiace ma non posso rinunciarci!)
10) dare un contributo monetario (sempre elargito dagli organizzatori) a DNL

Su quest'ultimo punto in realtà sono un po' amareggiata. Infatti, se al momento dell'iscrizione avevo inteso di poter scegliere liberamente l'associazione "pazienti" a cui far donare il contributo di 1000 USD, è poi emerso che la scelta doveva ricadere fra un numero pre-selezionato di associazioni ... le solite appartenenti all'Establishment! La partita è però ancora aperta: ho spiegato che la mia partecipazione era finalizzata al riconoscimento delle benemerite attività svolte da DNL e gli organizzatori si sono detti possibilisti...
Let's see!





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