MELLITO BAKEKA 2010 - HM Corriferrara 2010
DNL @ CORRIFERRARA 2010 Secondo Mellito Test Race sui 21,097 k per il gruppo Podismo & Diabete @ DNL, svoltosi in occasione della veloce maratonina ferrarese. Queste e altre foto nell'Album Picasa a questo link o cliccando sull'immagine POSTFERRARA Concluso positivamente un week-end all’insegna dello sport a glicemia controllata targato Diabete No Limits. Amicizia, condivisione, confronto, sacrificio, fatica, sudore, spirito di adattamento, disponibilità , sopportazione reciproca … elementi presenti in diversa misura nelle quasi 48 ore passate (… volate?) assieme, chiuse comunque con il sorriso indipendentemente dal corso degli eventi podistici. Sappiamo cogliere, forse peccando di presunzione, il lato buono sia dei successi che degli insuccessi! Atleticamente, una prestazione di gruppo che ha visto 5 dei 7 atleti del Team Diabete No Limits chiudere sotto l’1h30, e ben 4 classificarsi nelle prime cento posizioni, con lo splendido 27° posto assoluto di Pietro Pesenti, che anche per il 2010 si appresta ad essere il più veloce “mellito:runner dichiarato†del panorama amatoriale nazionale (Marco Francesco Funari permettendo). Bene tutti gli altri, diab, non diab e tipo 2. A parte qualche problema con il posizionamento del chip e di evacuazione, tutti al traguardo felici e contenti. Il premio per il notevole conseguimento nel campo del record personale va a Alberto Brunelli, miglioratosi più di due minuti. Con questo 1h28.03 speriamo il buon Bru sia ora più consapevole dei propri mezzi, sempre con i piedi per terra. Sempre a Bru il premio Dorando Petri per il notevole peggioramento nel campo dello stile di corsa … J Un sincero quanto desueto “GRAZIEâ€: 1- a Tobia, padrone di casa, che ci ha riservato un trattamento da veri “ambassador†nel suo appartamento uso foresteria. Ad alcuni di noi ha fatto rivivere le atmosfere degli anni dell’università , quando si dormiva in 4/5 per stanza con risate e sghignazzate fino a tardi, con i più giovani che fanno casino e i “nonni†che provano a dormire … sto proprio invecchiando (ndr) … 2- A Gip (+ famiglia) che pur costretto al riposo forzato ha voluto condividere con noi questa esperienza e da Bergamo si è portato la famiglia al seguito per sostenerci … all’arrivo era quasi più felice lui di noi … non mollare … prima o poi qualcuno risolverà il tuo “innesto del bicipite femorale†… 3- a Doc Mario che potrebbe godersi la sua pensione frequentando convegni di illustri dottori ed emeriti professori decantando le gesta di sportivi diabetici più o meno prestanti. E invece se ne sta in mezzo a questa “armata brancaleoneâ€, a correre, faticare, dormendo in sacco a pelo, e macinando km su km rubando tempo alla propria famiglia. Lo trattiamo però come un principino … cibi sani … cucina rigorosamente espressa … e per lui c’è sempre qualche nuovo accessorio da testare in corsa … a novembre furono i booster, ieri i manicotti antifreddo! Prossimamente un paio di belle scarpe da trail per il debutto nell’Ecomaratona! Metabolicamente parlando, nella tabella qui sotto i dati raccolti dei 5 tipo 1 in corsa. Le considerazioni a chi di competenza (Doc, a voi la parola se vi va!) Noi semplicemente ci mettiamo in gioco in trasparenza: non giudichiamo, non catechizziamo … testimonianza pura … raccontarsi, raccontarsi, raccontarsi! Dieci Righe da Ferrara by Tobia Eccolo ... in ritardo come sempre... Che dire ...devo solo ringraziarvi tutti di essere venuti ...e stato un onore ospitarvi....la cucina del Grippo/Ambassador ... la simpatia del nonno pesenti....le perle di saggezza del doc Mario... le domande del Tanc ... la Coglionaggine del Brunelli ... la buona compagnia di Stefano e di Gip con la sua famiglia... e stato un week end fantastico, come sempre, con il gruppo Dnl (in più, confrontandomi e parlando con gli altri riesco sempre a trarre qualche buon consiglio per la mia gestione). La vostra conoscenza ed il vostro esempio (tranne quello di Dorando Brunelli) riesce a farmi crescere sempre un po'... grazie a tutti... Dieci Righe da Ferrara by Gip Spesso il giornalista ha già scritto mentalmente il pezzo prima ancora dell’evento. Così domenica il Gipagà arriva a Ferrara con nessuna voglia di esserci. LORO correranno io sarò dietro le transenne. Mi perdo anche l’appuntamento pre-gara. LORO hanno un feeling che io ho perso, lontano ormai da mesi dall’attività e da DNL. Il dopo gara poi, perché non al ristorante dove potrei starmene tranquillo, isolato con la mia famiglia… Sbuca Pietro dalla curva mi trovo in piedi sulla transenna a gridare “campioneâ€, dimentico che dovevo essere il fotografo degli arrivi, lo inseguo, ma corre troppo per me anche dopo la corsa. Torno all’arrivo… io schivo, poco plateale, di nuovo in piedi alla transenna, commosso, io in piedi a gridare “campioni†a Cristian e Stefano all’arrivo mano nella mano. Li raggiungo, li abbraccio. Arrivano gli altri: Grippo, Bru, Vasta, Tancre. Guardo il cronometro: tutti con dei tempi da capogiro. (sono quasi contento di non essere in gara con il mio tempo da retrovie). NOI Tutti assieme ci avviamo a pranzo. Nasce un pranzo in modo talmente naturale che NOI sembriamo insieme da sempre. Le foto colgono NOI tutti insieme a fare la stessa cosa. Il giornalista stavolta ha dovuto resettare il pezzo e riscriverlo: la non voglia di un incontro è diventata impaziente attesa per il prossimo; il LORO è diventato NOI. A presto. Pierlugi Pagani Dieci Righe da Ferrara by Alberto “Dorando†Brunelli Dieci righe da Ferrara by Paolo Tancredi Un piacevole momento di crescita, questo è per me incontrare i ragazzi di DNL. Un valore aggiunto che mi aiuta tantissimo a scoprire tutte le sfaccettature e problematiche legate al diabete e non solo ! Interessanti gli argomenti di discussione del sabato sera, capire, parlarsi, ascoltare le varie esperienze vale dieci volte di più cheleggere un libro a riguardo. Ringrazio Tobia per l'ospitalità , non ci ha fatto mancare nulla e sempre disponibile, veramente grazie. Ringrazio il presidente, che in ogni occasione mi fà sentire a mio agio. Ringrazio Mario per i suoi consigli di qualità eccelsa. Ringrazio tutti voi perchè siete per me un esempio e spero di incontrarvi presto in nuove DNL-adventures ! A presto. Paolo Dieci righe by Alessandro Grippo Ospite di un padrone di casa squisito che mi ha trattato come avrei fatto io con me stesso, in compagnia di amici che fino a che non mi hanno diagnosticato il diabete neanche conoscevo (pensa te alle volte le fortune della vita!), artefice di un risultato atletico soddisfacente; non avrei potuto chieder di meglio alla due giorni ferrarese appena trascorsa. Ognuno di noi ha delle energie inimmaginabili dentro di se ed ogni volta il ritrovarsi crea un fuoco che scalda gli animi, regala emozioni, voglia di vivere e da la forza di affrontare quei piccoli o grandi dubbi che ognuno di noi può avere quando ti ritrovi solo specie se vai a braccetto con l’amico mellito. Peccato per gli assenti: quelli impossibilitati a venire e anche quelli che hanno scelto di non venire. P.s. Occhio Brunelli che 53†sono più di 2†al km in una mezza, e con quella corsa alla Dorando non ti sarà facile recuperarli.
Dieci Righe da Ferrara by Presidentissimo Non posso che essere soddisfatto per premesse, divenire ed esito di questa ennesima esperienza con gli amici del gruppo DNL. Lo spirito mellito si rafforza e i numeri migliorano. Un bravo ai presenti (in corsa e non), un pensiero a chi non c’era e avrebbe voluto esserci e anche a chi si è dato per disperso. Speriamo, con la nostra testimonianza, di dare la forza di ritrovarsi a chi un po’ si è perduto per strada. Siamo qui! A proposito di strada … la mia corsa? Generosa e spesso controvento. Decisamente una condotta scriteriata dal punto di vista tattico. Oggi non mi interessava fare o meno la figura del "pesce", bensì impostare un ritmo e trovare delle conferme al tanto lavoro invernale. E risposta, positiva, ho avuto. Obiettivo PB centrato ma ancor più ennesimo positivo riscontro per la missione “sorridere alla faticaâ€. In ottica maratona, che correrò tra 11 settimane, un’iniezione di fiducia prima di iniziare la preparazione specifica. Questo con o senza diabete … diabete? Quasi me ne scordavo. Se non fosse che mi sono impegnato a raccogliere i dati metabolici, a razionalizzarli e divulgarli, e che sono il presidente di DNL (AAA per il 2011 sostituto cercasi), in questa due giorni credo di aver fatto una cosa tanto semplice ma di cui troppo spesso ci dimentichiamo: dare il meglio di noi … per farlo non c’è bisogno della “scusa†del diabete o di condividere una particolare visione del mondo, una strategia, un “dono†… siamo diversi, diversissimi l’uno dall’altro … questo è il bello … ma riusciamo sempre a ritrovarci, con le nostre diversità , in una missione unica: dare il massimo e condividere nella testa, nel cuore e nello spirito questo tentativo! Non suggerisco ricette della felicità , ma mi piace provocare emozioni, magari diversissime. Ho sempre pensato e scritto, anche in tempi non sospetti, che siamo soli e diversi persino “al cesso†e “nella tombaâ€, contrariamente a quanto i più sostengono … figuriamoci se non lo siamo nello scegliere come quando correre, come e quanto raccontarci, come gestire una patologia cronica “progressiva†… Libertario sono e libertario resto … con o senza diabete, con o senza le scarpette da running! Forse è ora di dare un nuovo significato alla parola “diversità †… che è un valore in quanto generata da una sana concezione del nostro “egoismo†messo a disposizione degli altri … potrei fare uno sforzo e trovare un termine più politicamente corretto … ma spesso e volentieri preferisco essere politicamente scorretto! Dieci Righe da Ferrara by Stefano Canevese Fantastica giornata, chi l'avrebbe mai detto che scendevo sotto 1,24? Dieci Righe da Ferrara by Doc Mario Vasta E invece... 1° km con affanno a 4'e30'', 2° km in cerca di recupero a 4' e 10 e poi 19 km a vedersi allontanare e poi sparire i palloncini dell' ora e trenta! Caporetto! Ho faticato il doppio della maratona di Firenze per tenere circa la media che avevo tenuto in maratona! E vabbè: se fossi stato solo sarei stato triste e coi soliti pensieri...mi ritiro, non va più... sono finito...e invece debbo dire che, a parte la stanchezza davvero incredibile ( io che non riesco a mangiare: preoccupante!) , ho provato e provo anche adesso una sensazione di euforia, contentezza - ho le endorfine alte - perchè ho partecipato davvero come fossero miei ai risultati di tutti, Cristian, Stefano, Ale, Albi, Luca, Paolo : tutti bravissimi e felici con i loro PB! Ho passato 24 ore di rara piacevolezza e allegria e il successo di tutti ha premiato anche me, che son felicissimo! E vi giuro che non è retorica! Nonno Pietro, tu hai perso solo 1 min, io 4', quindi tu devi essere 4 volte più felici di me ! E poi alla fine sei comunque ..Er mejjio come se dice a Roma ! e prima che qualcuno ti acchiappa farà la barba bianca... Non è che il sambuchino Kebab che abbiamo preso solo io e te era dopato? Un abbraccio a tutti e arrivederci a Cecina Mario
Che sia stata una congiura di palazzo ? La prossima volta lo porterò da casa e vedrai che le cose andranno meglio ! Anche se è mancata la ciliegina sulla torta, è stato un fantastico week-end ! Ritrovarsi in così tanti è l’ennesima conferma che il gruppo c’è e la felicità dei nostri compagni d’avventura per gli ottimi responsi cronometrici con rispettivi PB, ha reso felice anche me e poco importa del minuto in più ! Come dici tu, effettivamente c’erano tutti gli ingredienti necessari per ottenere un ottimo risultato, ma non sempre le gambe rispondono ai messaggi inviati dalla testa e dal cuore. Personalmente ho capito sin dai primi due km che non era la giornata giusta, anche se mi ero ben preparato nelle precedenti settimane; mancavano fiato e forze necessarie e i cambi di ritmo erano improponibili. Ho cercato quindi di non perdere troppe energie e limitare gli sforzi inutili. Credo che la mia condotta di gara sia stata quindi perfetta e sono soddisfatto del tempo finale ottenuto con non poca fatica! Da qui si riparte con fiducia in vista dell’appuntamento di maggio in terra francese, passando dal running camp di Cecina tra due settimane (non vedo l’ora). A presto AMICI miei! [... panta rei ...]
Elenco partecipanti confermati (al 19 febbraio 2010)
TOBIA DE VINCENZI & PIERLUGI PAGANI > SUPPORTER DIETRO LE TRANSENNE tobia@diabetenolimits.org Corriferrara for Africa è una iniziativa dell’omonimo gruppo podistico che in data 21 febbraio 2010, in occasione della half marathon for Unicef promuove una raccolta di scarpe sportive usate. Ogni atleta viene invitato a donare un proprio paio di scarpe che pur non più funzionali alla corsa sono pur sempre utilizzabili da chi non ha nemmeno qualcosa con cui camminare. A fine evento, Magnum di Amarone & Noci per tutti! Dati nutrizionali ... panta rei ... i nostri esperti ci consiglieranno!
Noci calorie e proprietà Le noci, un frutto molto energetico, ricco di ferro, calcio, magnesio, potassio, fluoro, rame, zinco e fosforo è sempre stato usato, sin dai tempi più antichi, per le sue proprietà benefiche. Oggi, consigliato dalla gran parte degli specialisti, viene assunto per combattere lo stress, la fatica e la stanchezza, ma anche per curare e prevenire diverse patologie, grazie alle sue molteplici proprietà . Proprietà delle noci Le noci hanno proprietà : Con l’assunzione delle noci è possibile abbassare il tasso di colesterolo nel sangue. *Doc Mario scrive ... NB: l' acido linoleico è un omega6 e le noci ne sono ricche ( 34g/100 g diprodotto) anche se al top c è l' olio di vinacciolo e poi olio di germe digano,colza ecc. Gli omega 3 sono presenti in quantità + ridotta negli oli e nellenoci e sono il classico acido grasso del pesce azzurro o salmone. Altri benefici apportati dalle noci al nostro organismo provengono dalla vitamina E, dotata di un’interessante azione antiossidante, in grado cioè di controllare gli effetti sfavorevoli dei temuti “radicali liberiâ€; dall’acido folico, che permette di controllare la concentrazione nel sangue di uno dei nuovi fattori di rischio coronarico, e cioè l’omocisteina. Noci: salute e sport Noci calorie Amarone della Valpolicella |
Valpolicella | |
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Tipo | DOC |
Istituito con decreto del | 27/12/1990 |
Gazzetta Ufficiale del | 14/05/1991, n 111 |
Resa (uva/ettaro) | 120 q |
Resa massima dell'uva | 40,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 12,0% |
Titolo alcolometricominimo del vino | 14,0% |
Estratto secco netto minimo | 22,0‰ |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
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fonte: Ministero delle politiche agricole |
L'Amarone della Valpolicella è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Verona. L'Amarone si può certo definire il vino rosso veneto più conosciuto al mondo; infatti negli ultimi anni è protagonista in molte manifestazioni enologiche soprattutto all'estero.
Caratteristiche organoletticheVitigni utilizzati:
Corvina dal 70 al 40% Rondinella dal 20 al 40% Molinara dal 5 al 25% Sentori olfattivi: frutta matura, confettura di amarena e di lamponi. In quelli più invecchiati si possono percepire anche sentori di muschio e di catrame, quest’ultimo in gergo tecnico detto di goudron.
Grado alcolico: la gradazione minima prevista è di 14°. Ma per i più corposi può raggiungere anche i 16°.
Invecchiamento: dai 10 ai 15 anni, dipende poi dalla qualità dell’annata di produzione.
Servizio: in ampi bicchieri, in modo da dare ai profumi la possibilità di evolversi con l’ossigenazione del vino. Temperatura di servizio ideale dai 18 ai 20 °C.
Cenni storici
Il nome di questo rosso veronese strutturato, Amarone, deriva dalla parola “amaroâ€, adottata per distinguerlo dal dolce del Recioto da cui ebbe, seppure involontariamente, origine.
Il nuovo epiteto Amarone per indicare il Recioto Amaro nasce nella primavera del 1936 nella Cantina Sociale Valpolicella ad opera del capocantina Adelino Lucchese, palato e fiuto eccezionali che, grazie al fortunato ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina , spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione, uscì in una esclamazione entusiastica: “Questo non è un Amaro, è un Amaroneâ€. Quel contadino aveva regalato alla Valpolicella la parola magica e il direttore Dall’Ora dr. Gaetano la usò subito in etichetta. La Cantina Sociale di Negrar nell’ingresso attuale ostenta giustamente una lettera di spedizione del 1942 con descrizione di “Fiaschetti di Amarone 1938â€. Praticamente il recioto, messo in botte e poi dimenticato, continuò a fermentare fino a diventare secco. Gli zuccheri si sono così trasformati tutti in alcol e hanno fatto perdere al vino la dolcezza, al quale, per contrapposizione a quello che avrebbe dovuto essere, è stato dato il nome di Amarone. Fatta la scoperta, non è che l’Amarone fu subito perfetto. Anzi, a volte veniva fuori per combinazione, per fortuna, ancora dolce ma con un sapore finale di mandorla, magari risultato di una partita di Recioto in cui la fermentazione era sfuggita al controllo del produttore.
Di "vino amaro" si parlava fin dai tempi di Catullo nel Carme n. 27 (49 circa a.C.) reclama “calices amariores†(bicchieri più amari). Ma ben altri documenti ne danno testimonianza. Cassiodoro nei primi anni del 500 ricerca l’Acinatico della Valpolicella, rosso e bianco: si ritiene che fosse un “recchiotto amaroâ€, scrive G. B. Peres nel 1900, opinione coincidente con quella del Panvinio, che nell’Acinà tico di Cassiodoro riconosce il Rètico di Augusto e del Sarayna (1543) che parla dei vini della Valpolicella “neri, dolci, racenti e maturiâ€. Per giungere a Scipione Maffei che esalta il vino amaro della Valpolicella. Ma forse più di ogni altro vale il giudizio emesso da assaggiatori francesi a Parigi nel 1845 su una partita di vino “Rosso Austero Costa Calda†di S. Vito di Negrar vecchio di 11 anni: “Supremo vino d’Italia … preferibile a diversi Bordeaux ed Hermitageâ€.
Per trovare la prima etichetta e il primo documento di vendita dobbiamo arrivare al 1938, ma venne ufficialmente commercializzato a partire dal 1953, anno di messa in commercio dell'Amarone fatto per scelta e non per fortuna. Ottenne subito un grande successo, anche se presso un pubblico contenuto di appassionati come era e rimane la produzione di questo vino, che copre il 10% di tutta la produzione dei vini del territorio, dominati dal Valpolicella e dal Valpolicella Superiore, rossi giovani e profumati, spesso da bere subito, freschi e gustosi.
Anche se derivano dalle stesse uve del Recioto e dell’Amarone, sono più facili da produrre (non c’è un determinante appassimento di mezzo), da commercializzare e da bere. Ma fino al 1990 la produzione era coperta da quella del Recioto, decisamente superiore in quantità . Poi, dalla variazione del disciplinare avvenuta in quell’anno, che distinse chiaramente i due prodotti, la richiesta di Amarone iniziò a salire, fino a raggiungere l’apice nel 1995. L’Amarone, insomma, è un vino che cammina da solo da tempi relativamente recenti, rispetto ad altri suoi compagni di grandi avventure come Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Chianti.
Metodo di produzione
L'esperienza che serve per portare al giusto appassimento le uve destinate a questo prezioso vino è molto elevata. L'appassimento è fondamentale, tanto che qualcuno ha definito questa fase una seconda vendemmia. Le uve, sane e perfettamente mature non solo sulla buccia ma anche internamente, sono selezionate già al momento della raccolta, nelle prime due settimane di ottobre, scegliendo i grappoli spargoli, con gli acini non troppo vicini tra loro, in modo che lascino circolare l’aria. Queste piccole “pepite†scure sono distribuite sui plateaux, ampie cassette di legno, sempre più spesso sostituite da plastica traforata, per l’aerazione e per garantire una più rapida lavabilità dopo l’uso.
I plateaux sono impilati nei fruttai, locali areati in genere sopra le abitazioni e le cantine. Posizione utile per chi deve girare e controllare periodicamente le uve e poi lavorarle in fretta, al momento giusto.
I fruttai devono essere in posizioni in cui sia consentita una costante aerazione, controllata da finestre opportunamente predisposte, dove la temperatura possa cambiare con gradualità e dove non ci siano ristagni di umidità . Per questo certe cantine storiche sono costruite su dossi e fianchi di colli in posizioni a volte improbabili, al di fuori delle regole di praticità spicciola. A volte era la posizione del fruttaio a decidere la collocazione dell’intero edificio. Per far fronte ad un appassimento corretto, per tenere sotto controllo temperatura, aerazione, umidità , che non sono costanti ma variano man mano che all’esterno il clima cambia per via dell’inverno che si avvicina, molti produttori hanno ritenuto opportuno termocondizionare i loro fruttai.
Tutte le fasi, insomma, sono tenute sotto controllo da apparecchiature, soprattutto per evitare attacchi di muffe e inizi di marciume, e in sostanza per modificare eventuali condizioni sfavorevoli e riportare il processo di appassimento sulla retta via.
L’appassimento dura circa 120 giorni, ma anche qualcuno di più, secondo la percentuale d’acqua contenuta in origine nelle uve. È l’acqua infatti a sparire dagli acini per via dell’appassimento, lasciando quasi intatti gli zuccheri. La più evidente conseguenza visibile di questa fase, oltre all’avvizzimento degli acini, è la perdita di peso dei grappoli che varia secondo il tipo di uva: dal 35 al 45% per la Corvina, dal 30 al 40% per la Molinara e dal 27 al 40% per la Rondinella, quella dunque che “dimagrisce†di meno. A fine gennaio, inizi di febbraio, l’uva viene pigiata e la macerazione delle bucce è lunga. Lentissima anche la fermentazione a bassa temperatura, anche per 30/50 giorni. Questo serve a fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto. La gradazione alcolica minima per l’Amarone deve raggiungere i 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; 4 anni, a partire dal 1º novembre dell’annata di produzione delle uve, per la tipologia Riserva. Periodo per l’affinamento che il vino trascorre in botti grandi o nelle barrique. Oggi molti produttori tendono a mettere il vino direttamente in queste ultime piccole botti da 225 litri, preferendole alle botti più grandi. Il tutto per dare un vino corposo, alcolico, di gran sapore, dal profumo di lamponi e amarene.
Zone DOC e DOC Classica
In queste vigne i quantitativi di uve raccolte dovrebbero scendere a 90 quintali per ettaro anziché restare a 120, come è previsto oggi dal disciplinare. Il risultato è che il produttore dovrà stabilire a priori quali saranno le vigne da dedicare alla produzione dell’Amarone e non decidere dopo la vinificazione in base al residuo di zucchero rimasto nel vino. Quindi, un Amarone di qualità ancora maggiore rispetto a quello attuale.
Il disciplinare di produzione vigente prevede che l'uvaggio sia composto prevalentemente da uve Corvina (dal 40 al 70%), Rondinella (20-40%), e Molinara (5-25%), ma è recentemente stata presentata una proposta di modifica, tesa a favorire un ulteriore miglioramento qualitativo, che aumenta la percentuale di Corvina veronese, ammette la presenza sino ad una percentuale del 50% di Corvinone e relega la Molinara tra i "vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati e raccomandati per la provincia di Verona", previsti, sino ad un massimo del 15%, dalla DOC. Ancor più che in passato oggi le uve sono attentamente selezionate in vigna e una volta raccolte disposte con ogni cura in un unico strato, per fare meglio circolare l'aria e impedire che le uve si schiaccino, in cassette di legno (ma sempre più spesso anche di plastica) o su graticci di canne di bambù e collocate in ampi fruttai ricavati sopra le cantine perfettamente aerati e in grado di assicurare un'ideale conservazione dei grappoli.