Diabete Off-Road @ 2015 - Vigolana Trail
LUISA @ VIGOLANA TRAIL 2015 Prefazione Presidenziale Non è sempre facile raccontare di una giornata no. Luisa, in perfetta sintonia con lo spirito DNL, non si celebra quando va bene e non si dispera quando va male. Semplicemente prova a fotografare la sua gara, la sua gestione, le sue emozioni, con trasparenza e contenuti. Una débacle non fa piacere a nessuno, ma avere la forza di metterla nero su bianco, di condividerla con umiltà e perseveranza, ci convince sempre più che la strada intrapresa da DNL non sarà forse la più praticata, ma sa regalare sorprese, stimoli e scorci interiori ed esteriori al lettore che questo cerca. Il KO narrato di Luisa vale più di 100 selfie e foto da finisher pubblicate su FB! Buona lettura! …LA DISFATTA DELLA CAMPREGHER… testo di Luisa Campregher, DM1, Trento 6 giugno 2015 Half Trail della Vigolana (35 Km + 2000 m). IL PRE – GARA: Anche quest’anno mi sono iscritta al Trail della Vigolana. In inverno mi sono dedicata allo sci alpinismo per poi riprendere a correre e fare dislivello con i bastoncini. Gli allenamenti hanno dato buoni esiti e sono serviti anche per valutare come gestire la glicemia. Inoltre sono state occasioni di divertimento con amici con cui ho avuto modo di condividere la passione per lo sport e la montagna . A metà maggio gli esami sportivi hanno evidenziato carenza di ferro (e mi sono spioegata il perché della mia fiacchezza) ed ho iniziato una cura. IL GIORNO DELLA GARA: la sveglia suona alle ore 5.50. Mi alzo, controllo com’è il tempo dalla finestra: si preannuncia una giornata calda… La glicemia al risveglio è 165. Faccio colazione alle ore 6.00: pane, marmellata, caffè (50 g CHO). Mi sento emozionata ma non agitata. Dopo aver mangiato ritorno un po’ a letto e rimango lì seduta ad immaginare la mia “gita”… Alle ore 8.00 la glicemia è salita a 200 (e già mi girano le palle considerando la mia attenta conta dei carboidrati…). Solitamente con una glicemia ottimale (130 – 160 circa), 30 minuti prima di una risalita impegnativa imposto la basale del microinfusore al 20% (cioè la riduco dell’80% per tutta la durata della salita e giunta in vetta la ristabilisco al 100%). Il giorno della gara partendo con un 200 decido di impostare la basale al 20% 5 minuti prima della partenza, anziché 30 minuti prima. Mentre faccio i miei ragionamenti, incontro persone che conosco, tra cui i miei amici Alan, Sara ed altri. Non trovo invece Paolo. Sento che mi gira la testa ma non dico niente per non allarmare nessuno. Tutti, chi più chi meno, emozionati o agitati. Io penso solo a non fare cazzate e a stare calma. Nell’attesa dello start penso al percorso: dopo quanto integrare con il gel, quando fare il controllo della glicemia. Mi prometto di non fare la prima parte della gara a tutta per poi impiccarmi: “Parti con calma” mi ripeto. Ripenso alla gara dell’anno scorso, alle emozioni, alle persone che ho conosciuto e incontrato. Penso al mio papà e a mio fratello che mi stanno attendendo in vetta per farmi il tifo e per darmi “sostegno”…poi scaccio quel pensiero perché l’emozione mi invade. Michele mi saluta e mi dice che mi aspetta in vetta, lungo il percorso, con il nostro amico Marco. Sono tra la folla di gente in trepida attesa di iniziare a correre. Io e Sara chiacchieriamo, spariamo qualche minchiata per ammazzare gli ultimi minuti di attesa. Poi lo Start. Inizio a correre a un ritmo “medio”. Sul primo tratto di sterrato quasi tutto pianeggiante mi rendo conto che le gambe non girano come al solito…il ritmo cala…accumulo 4 minuti di ritardo sui primi km. Cerco di non demoralizzarmi. Prendo un gel (25 g CHO) dopo 25 minuti di corsa. Inizia la salita. Non guardo e non ascolto nessuno. Sono tutta concentrata a trovare il mio ritmo, respirando bene e piantando i bastoni con grinta. Ma dov’è la grinta???!!! Il caldo mi sta sciogliendo… Rallento, rallento… Mi dico “Non ce la faccio!” poi cambio idea “Non autoconvincerti che non ce la fai e muoviti!” Cerco di aumentare il ritmo e mi pare vada meglio. Bevo ad intervalli regolari acqua e sali. Salendo mi chiedo cosa fare. Ho la sensazione di accasciarmi e di svenire. Spesso inciampo e perdo l’equilibrio. “Devo fermarmi”. “Fermarmi?! Ritirarmi?! Rinunciare ad arrivare al traguardo?! No!!!” Decido di arrivare al primo ristoro a Malga Derocca innanzitutto per fermarmi, bere e valutare cosa fare e poi per eventualmente chiedere a qualcuno (se proprio stessi da cani) di riaccompagnarmi alla partenza. Lessa e incazzata arrivo al primo ristoro (circa 9 Km con quasi 1000 m di dislivello). Glicemia 145. Decido di fermarmi per ritirarmi. Bevo acqua (una sete!!!!) Poi ho un ripensamento e mi riavvio lungo il percorso. Dopo qualche metro sotto il sole faccio retromarcia, mi tolgo lo zaino, piango e mi siedo. Dopo qualche minuto la mia amica Sara giunge al ristoro: non sta meglio di me. Entrambe comunichiamo il ritiro agli organizzatori (e anche altri partecipanti che come noi non sembrano molto brillanti…) Chiamo Michele e mio fratello, che mi stanno aspettando lungo il percorso, per avvisare che mi ritiro e che rientro con Sara. Il rientro è stata la discesa più lunga ed interminabile della mia vita. Per di più io e la mia amica Sara, più morte che vive, abbiamo avuto la fortuna di farci tutto il ritorno con un simpaticissimo sconosciuto logorroico… una botta di culo insomma… Le risate non mancano mai. Come non manca l’ironia. Come non mancano i ricordi degli allenamenti che non ritengo inutili. Iscriversi ad una gara è uno stimolo per mettersi in gioco, allenarsi, condividere una passione con gli amici. Finire la gara sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Ma la torta va bene anche senza la ciliegina. Alla prossima! Luisa |