Diabete Off-Road @ 2015 - Trail Orsa 2015
TEAM DNL (DOC_DIABETE NO LIMITS) @ TRAIL DELL'ORSA 2015 "ORSA DOC" ... report by Cristian Agnoli, Presidente DNL Tutti finisher: 2 DOC NO LIMITS e 1 DNL Standard sui vari percorsi ... Mario Vasta 2h15 sui 16k e 1000d+ dell'Orsa Minore (32°) Maurizio Sudano 3h e ... sui 16 k e 1000d+ dell'Orsa Minore Non Competitiva Cristian Agnoli 6h42 sui 50k e 3000d+ dell'Orsa Ultra (20°) Con questo incipit avevamo lanciato la partecipazione dei DOC DNL per antonomasia al Trail dell'Orsa: << Un trio d'eccezione targato DNL al via del Trail dell'Orsa ... doc Mario Vasta e doc Maurizio Sudano sul percorso Orsa Minore (16k x 1000 d+) con la supervisione e l'assistenza del Presidentissimo sull'Orsa Ultra (50k 3000d+). DNL = Doc No Limits ... "perchè essere un dottore non è un limite: con la dovuta consapevolezza e preparazione, e con i consigli di uno (o più) dei propri pazienti, anche per un diabetologo tutto è possibile" Provocatoriamente vostri ...>> Tra il serio e il faceto, parafrasando certa retorica, solitamente utilizzata per parlare di sport e diabete, riproposta, per contrappasso, agli addetti ai lavori. Ma prima dei pistolotti e degli anatemi dello scrivente, veniamo alla cronaca di questa giornata "fuori strada" ma con le idee ben chiare sulla "strada da seguire" Domenica 17 maggio, domenica di sole in Valdadige. Partenze in orari diversi e dunque spostamento in zona partenza differenziato per i protagonisti diretti e indiretti. All'alba per Cristian, sveglia più comoda per i doc comunque già indottrinati puntigliosamente dal presidentissimo nelle giornate precedenti. Tre i percorsi possibili: 15, 30 e 50 km per 1000,2000 e 3000 d+. Nei piani iniziali DNL, Doc Mario avrebbe dovuto partecipare alla 30, interponendosi così tra l'Ultra trailer Cristian e il neotrailer Doc Maurizio. Alcuni acciacchi però lo hanno consigliato a ripiegare sulla distanza breve. L'Orsa Minore rimane tuttavia short trial di tutto rispetto con 16 km (e ci sono tutti) e 1000d+ (veri e non presunti) con situazioni varie: gradino in selciato, scalinate in cemento, pareti strapiombanti, piste monotraccia esposte in traverso, attraversamento di guadi, ripide erte, radici, macerato, discese tecniche con rocce scivolose. Circa cinquecento i partecipanti complessivi alle tre gare, con poco meno di duecento partenti sulla gara Ultra. Nei giorni precedenti non si è tenuta alcuna riunione tecnica legata alla gestione del diabete da parte del Presidentissimo, e per una volta tutto il brain-storming si è incentrato sulla gestione strategica del diabetologo aspirante trailrunner. Dopo aver sinteticamente comunicato agli illustri dottori solamente la propria strategia di gara, l'intenzione di non procedere a controlli glicemici e di non ridurre il profilo basale, oltre all'utilizzo di un beverone fai-da-te a base di amido di mais e cacao diluiti con acqua, il Presidentissimo si è dedicato alla descrizione dettagliata del percorso ai due neofiti medici del trail, non prima di aver consegnato loro la maglia ufficiale DNL 2.0 raccomandandosi di ben abbinare i colori dei pantaloncini. Il pantaloncino blu di Mario viene subito bocciato, in favore di quello grigio nero che meglio sposa i colori rossoneri della nuova divisa. Su risultati, condotta di gara, emozioni e sensazioni ognuno dei tre resoconterà nelle personalissime 10 righe. Dopo la gara, Mario ha confessato di aver proceduto fin troppo di conserva arrivando al traguardo con troppe energie residue. Maurizio invece ha trovato la gara più tecnica del previsto, rispetto ai soft-trail da lui precedentemente affrontati, ma non avendo, diversamente da Mario, l'ansia da prestazione, ha goduto dei paesaggi e degli scorci che vaj e sentieri del Monte Baldo sanno regalare. Attribuiamo dunque a tutti lo status di "Felicemente Finisher" ancor più visto il supporto dei piccoli tifosi, siano essi figlioli o nipotini. Sdoganati alla corsa in natura cosa faranno ora i nostri eroici "Docs No Limits"? Per saperlo continuate a leggerci: quel che è certo è che non smetteranno di collaborare al progetto DNL anche quando, come in questa occasione, esso assegna ai dottori il ruolo di "allievi in erba". Esperimento riuscito sul campo di reale educazione terapeutica ovvero la capacità del medico di ascoltare e di porsi sullo stesso piano (bidirezionale) con il proprio "paziente". Orsa Doc … buona la prima! 10 RIGHE DA ... DocNoLimits Maurizio Sudano Raccolgo ben volentieri la provocazione del Presidentissimo per scrivere qualche impressione sul Trail dove due Doc DNL hanno fatto la parte dei ...novizi, sia pure ben consigliati da un C. Agnoli in gran forma. Affronto la prova dopo il primissimo trail “ufficiale†della mia vita affrontato a Gabicce un mese prima, (San Bartolo trail, 23 km, 700+, tecnicamente molto “softâ€), e dopo alcuni mesi passati dalle mie parti ad allenarmi sui sentieri del Monte Pietralata, ma questa volta la musica è diversa: alla partenza mi tornano in mente con un po' di nervosismo le descrizioni del tracciato sul web e gli ammonimenti di Cristian (“12 km in single trackâ€, “tratti esposti con corda fissaâ€, “occhio in discesa alle pietre lisce ricoperte dalla fanghigliaâ€)...La sera prima il Presidente mi aveva parlato del “guadoâ€, pensavo scherzasse, invece c'è per davvero. Poi mi lascio trascinare dall'atmosfera festosa e parto..Qualcuno fissa con curiosità la mia tenuta DNL (che più tardi raccoglierà la benevola approvazione del Presidente per l'impeccabile scelta dei colori). Leggo chiaramente un interrogativo nei loro occhi (“ma tu sei diab...?). Non so se rispondere la verità o fare la spiritoso dicendo, “sì sono diabetico ma posso partecipare a questa cara grazie all'assidua consulenza fornita dal Prof. C. Agnoli, responsabile del Centro Diabetologico Gardenseâ€, ma nessuno rompe il ghiaccio. Il tracciato si rivela per quello che è: i 1000+ sono quasi in un unico strappo e per i primi km arranco su per irregolari gradoni di pietra messi lì per la...Via Crucis, che rendono impossibile ai brocchi come me il mantenimento di un passo costante. Ovviamente nel mio caso l'obiettivo è essere finisher, e senza farmi male, quindi tengo d'occhio il frequenzimetro per evitare ritmi fuori luogo per la mia condizione. Il paesaggio è stupendo, intorno al settimo km mi affaccio su un orrido dove una cascatella emerge dalla montagna per precipitarsi nella vegetazione fitta, roba da Signore degli Anelli, dimentico la corsa per rimanere qualche minuto lì a bocca aperta. Fra un'ansimata e l'altra non penso affatto a glicemie, metabolismi o altre amenità , al massimo penso con invidia al Cristian che si sciroppa la 50 km e mi chiedo “ma come c.....fa?â€, e con ancora più invidia al Mario (classe 1950!) che è partito a razzo (“Ma come straca....fa?â€). Poi però penso che la mia carriera di runner è iniziata nel 2012, (e solo grazie al DNL!), e quindi devo essere più che contento così. La discesa è parimenti faticosa, alcuni tratti mettono a dura prova crociati e menischi, comincia a far caldo e approfitto ben volentieri dei punti di ristoro predisposti dall'impeccabile organizzazione. Dopo 3 ore e rotti arrivo stanchissimo ma non domo, accolto da Mario che è arrivato da un pezzo, e che ri-corre l'ultimo km con me in ciabatte, osservato con orrore da qualche spettatore convinto che abbia fatto tutta la corsa così. Mangio avidamente, reidrato, aspettiamo Cristian che arriva sorridente, un po' rintronato non per l'ipoglicemia, ma....per il caldo. Penso divertito ai colleghi che ancora vanno in giro a dire che il diabetico T1 deve fare solo attività “moderataâ€, paventando scenari terrorizzanti in caso contrario, e penso che si stanno perdendo qualcosa... Ma per una volta evitiamo di affrontare l'argomento, e ci godiamo la festa. Gran bella giornata. 10 RIGHE DA ... DocNoLimits Mario Vasta Ed eccomi a raccontare del trail dell'Orsa con le consuete 10 righe. Ho indugiato molto a scrivere perchè questa avventura è stata piuttosto "anomala" e non so quanto le mie impressioni possano interessare. Tuttavia a impegno preso si deve rispondere... e quindi scrivo. Prima anomalia: questa volta il medico diabetologo/sportivo/nutrizionista ha avuto ben poco da dire, spiegare, consigliare a un presidentissimo oramai esperto da " master in diabete e sport".... anzi di diabete non si è mai parlato affatto! Unico mio merito è quello di aver FRENATO lo scalpitante Cristian costringendolo il venerdì a correre solo 40'... quando era già partito per fare 1 ora che poi con deviazioni di percorso varie ( legate all' entusiasmo, tipo ti faccio vedere questo... ti faccio vedere quello) sarebbe diventato i soliti 30 km!! Al contrario il trailer esperto, Cristian, ha riempito di preziosi consigli sul percorso, sui dettagli altimetrici descritti in maniera minuziosa, su come affrontarlo, su come non volare a gambe all'aria. Pur non avendolo mai fatto .... correvo... e sapevo già cosa mi aspettava via via nel percorso: risultato son arrivato intero e fresco come una rosa, avendo visto capitombolarsi parecchi davanti a me! Seconda anomalia : fino a poco prima della partenza e sin da pochi minuti dopo l'arrivo l' esperienza DNL è stata piuttosto quella di un simpatico asilo nido, visto che erano sempre con noi, e da badare, ben 4 vivaci bambini: Cherubina, Beniamino e i 2 miei nipotini Vittoria e Edoardo. Quindi niente ansia pregara !! In comune con gli altri eventi DNL un senso di condivisione a appartenenza a un bellissimo gruppo di amici che ti vogliono davvero bene e ti apprezzano per quello che sei. PS : l' univo vero merito "sportivo" va a Maurizio che ha completato mirabilmente un trail sicuramente duro e tecnico. PPS: una bella divisa DNL nuova mi ha sfinato ancor più nella foto all'arrivo ( anche ha la pecca di esser troppo nera!! e attirare calore) e in più me ne sono ritornato a casa con due paia di scarpe in più (quelle che il previdentissimo scarta perché dopo averle comprate scopre di non trovarsi bene) Ciao. Doc Mario 10 RIGHE DA ... Cristian Agnoli, presidente DNL [che si assume tutte le responsabilità di quanto qui di seguito pubblicato escludendo sin d'ora Maurizio e Mario da ogni sospetto di connivenza o condivisione] Atleticamente: dopo un lungo periodo di appannamento (forse ancora in corso) torno a cimentarmi in un trail, con questo unico appuntamento competitivo stagionale di 50 km e 3000 d+ su sentieri che conosco come le mie tasche. Attualmente sono "competitivo" solo in salita, mentre nei tratti dove bisogna spingere mi manca la falcata giusta e in discesa tutto dipende da come reggono le ginocchia e dall'ispirazione del momento al funambolismo. Dunque ho corso al meglio delle mie attuali potenzialità , spingendo in salita, risparmiandomi nei tratti più corribili e difendendomi in discesa, dove la dose da cavallo di antinfiammatori ha perfortuna fatto il suo dovere. Piede abbastanza sicuro, nonostante qualche inciampo ma ho corso con le scarpe più comode, ma anche le più usurate. Zero Grip! Ho condiviso metà gara con la vincitrice assoluta della classifica femminile, Anna Pedevilla, la quale, al gpm, è partita a tutta e mi ha dato quasi mezzora. Però mi ha poi scritto un bel messaggio su FB: "grazie per i tuoi consigli, guarda che mi hanno aiutato tanto,in salita mi hai fatto il passo ideale per riprendere dopo a correre, quindi meta vittoria è TUA!" Emozionato … si dice così no sui social ... Ho sofferto solo gli ultimi 2 km, ma farei la firma per patire solo una dozzina di minuti in una gara di 6 ore e 42 minuti e conquistando la ventesima posizione. Sicuramente la mia economia di corsa meglio si adatta al trail rispetto all'asfalto. Difficilmente saprei sopportare 6 ore di corsa su strada con 157 bpm di frequenza media ovvero la mia soglia 2. Il vincitore mi ha dato 80 minuti … giusto per capire di cosa stiamo parlando. Quelli che vanno forte sono altri, non certo io! I primi dieci erano inarrivabili e per quanto mi riguarda anche al meglio delle mie possibilità non avrei potuto che rosicchiare una ventina di minuti a questo crono, forse trenta se trovi la giornata del miracolo. Sempre … esimo. Da tempo non correvo con questa "maturità " e la disabitudine alla competizione non mi ha fatto fare dei fuori giri. Come si usa dire sempre su FB … SODDISFATTO! O meglio "umilmente soddisfatto" Emozionalmente … Arrivare al traguardo per la prima volta da quando corro sostenuto dal tifo dei miei due pargoletti di 1 e 2 anni (l'unico precedente mi aveva visto ritirato lo scorso ottobre) mi ha regalato un'emozione fortissima ma anche qualche apprensione … dovrò sempre far sopportare queste faticacce alla mia compagna pur di avere il supporto dei miei cari all'arrivo di una corsa … mumble mumble … storie di ordinaria paternità ! Equipaggisticamente: Zaino Mammut 5L (al suo interno: gilet, manicotti con cappuccio antipioggia, telo di emergenza, fischietto, telefono cellulare da battaglia, glucometro, benda per fasciatura, borraccia da 75cc, bottiglietta da 20cc, biochetasi+sinflex, 1 barrettone cacao da 36 cho, 2 enervitene pre- 1 barretta al miglio, 1 barretta energetiva enervit 24 cho, 1 barretta mueslie enervit da 16 cho) Abbigliamento: Scarpa Asics Fuji Trabuco 2013 GTX, calza Thorlo, pant. Raidlight, maglia DNL by Kalenji, cappellino Biciclista, Oakley. Dottoristicamente … questa prima esperienza DNL di tutoraggio e avviamento al trail di due medici diabetologi mi ha illuminato per le tante riflessioni che sono emerse, nel pre e nel dopo gara, che si è prolungato fino al lunedì. Devo comunque ringraziare Doc Mario perché con la sua paura di stancarsi mi ha fatto fare, il venerdì, l'allenamento più corto e lento della mia vita … 4 km e 150 d+ in 40 minuti sotto una pioggerellina battente con Mario che evidentemente scambiandomi per un diabetico di tipo 2 sedentario e in sovrappeso mi invitava alla corsa-camminata lenta … scherzi a parte, il riposo è davvero in certe condizioni il miglior allenamento. Un plauso a Doc Maurizio Sudano per il suo affetto e impegno verso DNL e per il coraggio nel provare un trail tecnico mettendosi in gioco fino al midollo. Ma come ti vesti? Perfetto l'abbinamento cromatico della divisa DNL con i suoi pantaloncini rossi fiammanti e le superginocchiere proteggi-rotula invidiate da tutti i partecipanti alla gara. Lunga vita a Mario e Maurizio. Chi si vuole aggiungere, con lo stesso spirito, ci contatti, comunicheremo la prossima lezione di "gestione paritaria del diabetologo aspirante trailrunner" Metabolicamente & Nutrizionalmente con mega pistolotto incluso … in questi mesi di semi-silenzio ho continuato comunque a sperimentare su me stesso modalità e tipi di integrazione, strategie terapeutiche (pur rimanendo fedele alla penna e senza utilizzo di strumentazione CGM … e a quanto mi risulta non è ancora reato!) ragionando diversamente sui dati, impostando nuovi file per la raccolta e l'interpretazione degli stessi. Il tutto in una fase della mia vita in cui ci sono altre priorità . Ovviamente tutto ciò, non per fare "scuola" o dare "consigli da guru", ma solo per provare vie nuove con consapevolezza, determinazione e perseveranza, assumendomene la responsabilità in prima persona e senza deleghe. La mia scelta, sulle gare di un giorno, anche lunghe e impegnative come questa, è di cercare di mangiare di più nel durante: questo alla luce di quanto emerso da parecchi studi, dove si evince che per performare meglio nell'endurance bisogna anche nutrirsi di più. Per tanto, volendo adeguare il timing delle integrazioni NON ai fabbisogni glicemici ma a quelli energetici (che non sono la stessa cosa!!!!!), ho scelto una terapia più aggressiva, ovvero con un profilo basale immutato e senza vedere con paura l'uso del bolo nel pre-gara, in modo da permettere al mio metabolismo a insulina esogena di metabolizzare il maggior introito previsto di cho. Ho aumentato lievemente l'apporto proteico in corsa sempre perchè alcune review sostengono che aiutino a meglio supportare la performance nelle giornate più calde. Pur avendo la strumentazione al seguito, ho deciso, come faccio ogni tanto, di correre per più ore senza riferimenti glicemici affidandomi all'esperienza, a quanto sperimentato in allenamento e alle sensazioni, oltre agli elementi base di fisiologia dell'esercizio e dintorni che ho assorbito, bene o male, in tanti anni di attività promosse e partecipate con DNL. Tutto è annotato nel book metabolico pubblicato qui a fianco. Ovviamente non sto dicendo che bisogna fare sempre così, ma che chi come me si è testato in centinaia di situazioni diverse, conservando e ristudiando dati a go-go, può concedersi questo approccio senza rischi e senza approssimazione. Già sono contrario alla diabetologia dello sport, figuriamoci cosa posso pensare della glicemiologia dello sport imperante. Ma un conto è non misurarsi per superficialità o pigrizia, un conto è per scelta consapevole e con i compiti a casa fatti e strafatti. Così una cosa è misurarsi nel durante per paura e ansia, un conto è farlo per verificare risposte metaboliche e imparare a conoscersi. Sono sempre più convinto che, PARADOSSALMENTE, sia sempre meno importante guardare alle glicemie, ma avere in testa, VERAMENTE, una strategia duttile e persistente, che consenta di migliorare la performance e le gratificazioni extra performance (compenso incluso) annullando il fattore diabete nella nostra mente, ovvero sapendolo gestire in BACKGROUND sia nella vita sportiva, sia nella vita di tutti i giorni. Sono concetti forse scontati o triti e ritriti per chi mi legge da tempo, ma è bene ribadirli, perché, soprattutto FUORI da DNL (ma anche un po' DENTRO DNL), avverto una eccessiva attenzione al profilo glicemico rispetto ad altri importanti aspetti che riguardano quel complesso meccanismo che si chiama "metabolismo" anche quando avariato come in noi "tipo 1". Insomma un racconto di esperienza sportiva in DNL STYLE non può essere la cronaca delle nostre glicemie e delle relative pippe che ci facciamo. Bisogna saper misurare non solo il livello di zucchero nel sangue, ma anche l'incidenza di tutti i fattori che concorrono all'ottenimento o meno di una performance che non sono legati solo a 'sto cazzo di diabbbbete con tutte le bì che volete. Insomma la "biagiobarlettizzazione" del binomio sport & diabete si ferma anche riuscendo a fare questo salto di qualità , consapevolezza e onestà intellettuale. So che sono parole forti, e anche facilmente malinterpretabili, ma non me ne frega un cavolo di niente. E' sicuramente molto più pericoloso partecipare ai soliti convegni "corriregione di qui,corriprovincia di quà , con il diabete si può e chi più ne ha più ne metta" dove ti bombardano con le solite slide sui benefici dell'attività fisica o su quanto sia fondamentale questo o quel prodotto tecnologico per un miglior compenso. Che male volete che faccia, al confronto, leggere un pistolotto del presidente DNL scritto tutto trafelato a 300 battute al minuto? Occupiamo il diabete, partendo dalla ricerca su noi stessi. State tranquilli, la ricerca, quella scientifica, va lasciata lavorare in santa pace senza fiato sul collo. Solo così forse fra 2 o 3 generazioni il diabete apparterrà alle malattie che non esistono più. Nel frattempo ne saranno emerse altre, tra cui anche la sindrome da indifferenza tra gli atleti con diabete di tipo 1 professionisti del paraculismo e della categoria protetta che non se li cagherà più nessuno anche perché hanno passato la loro vita a "marciare" sul diabete e dunque senza di esso invece che sentirsi guariti si sentiranno morire (anche su questo ho ampiamente argomentato in passato). Ricordati che devi morire … e adesso cosa cavolo ci faccio al mondo che non me ne frega niente di star bene se non mi caga nessuno e non mi danno la prima griglia perchè vesto la maglia "….. Diabetes!" Bene torniamo alla realtà di chi come noi, non cerca consenso ma contenuti e viene ovviamente lasciato solo da chi è più preoccupato di organizzare un convegno per questa o quella società scientifica che non si capisce cosa servano se non a autocelebrarsi e qualche volta celebrare qualche fenomeno più o meno prezzolato. "Il superatleta con diabeteditipouno Cristian Agnoli, primo diabbbbetico al mondo a chiudere l'UTMB, campionato mondiale di corsa in montagna sulla distanza di 170 km e 10000mt di dislivello positivo, classificandosi nelle prime posizioni davanti a migliaia di partecipanti nonostante la grave e pericolosa patologia che lo affligge e che lo costringe a continue misurazioni della glicemia, numerose iniezioni sottocutanee al dì e a una ferrea dieta priva di zuccheri" - questo sarebbe quello che avrebbero scritto di me i soliti pubblicisti delle riviste settoriali. Fanculo … e un affettuoso "vaffa" a tutti i miei affezionati lettori con e senza diabete. |