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Diabete Off-Road @ 2012 - TA • TransPratoMagno





Al Grip @ Trans Pratomagno • TA


Da Ponte Buriano a Castelfranco di sopra passando dalla Croce del Pratomagno
 44km e 1990mt D+


MENTALMENTE > Amo perdermi tra la natura, amo contrastare la paura che mi incute il sentiero che corre tra due strette mura impenetrabili di erica e ginepro, amo stolzare spaventato da un uccellino che vola da un cespuglio spaventato a sua volta da me, amo vincere la paura dei cinghiali facendo ridicoli gorgogli con la bocca, amo chiedermi se è il caso di proseguire o è meglio tornare indietro dato il colore nero del cielo carico di pioggia, amo proseguire se è il caso, amo accorgermi che tra le nuvole scure sta facendo capolino uno sprazzo di azzurro, amo guardare il mondo dall’alto senza pensare a niente, amo arrancare in salita sentendo il cuore che batte forte, amo correre sul terreno soffice del bosco che non avresti bisogno nemmeno delle scarpe ammortizzanti, amo la soddisfazione che mi da raggiungere la vetta o arrivare in fondo alla strada, amo il silenzio melodico del bosco, amo il cinghiale di cui ho una paura fottuta, amo avere con me tutto ciò che mi potrebbe servire ma nulla di più, amo avere il quadro della situazione sott’occhio, amo fare l’autostop per farmi portare alla stazione, amo che ci sia ancora al mondo qualcuno che si fida degli altri ed è disposto a caricare un autostoppista in macchina.


Odio i cacciatori che sembravano mi stessero sparando addosso ed invece sparavano in senso opposto ma erano vicinissimi a me, odio gli stronzi che lasciano i loro fottuti rifiuti nel bosco, odio gli escursionisti finti che fanno 40km in macchina e 300mt a piedi con le Hogan e il golfino Ralph Lauren sulle spalle, odio le infrastrutture fatte a caso dove non servono, odio avere più di quello che mi serve, odio le strade asfaltate che portano dove non va mai nessuno, odio i caciaroni in montagna, odio rendermi conto che potrei essere una persona migliore e non cercare di diventarlo con ancora più veemenza, odio non fidarmi degli altri così tanto come loro si possono fidare di me.


SENTIERISTICAMENTE > La TransPratomagno è una traversata del massiccio del Pratomagno, nella sua forma originale dovrebbe svolgersi percorrendo tutto il sentiero di crinale 00CT che parte da Subbiano e si conclude al passo della Consuma per uno sviluppo totale di 53km. Tuttavia per questa edizione numero zero ho scelto un approccio più easy partendo da Ponte Buriano, da dove parte  il sentiero 45 che in 10km mi porta in località Spedale dove ci si innesta nel sentiero di crinale 00CT, da qui si continua a salire per altri 24km e 1500mt di dislivello fino a raggiungere la Croce del Pratomagno. Si segue ancora per qualche chilometro lo 00CT fino al varco della Vetrice dove si imbocca il sentiero 20 che scendendo sulla sinistra lungo il versante Valdarnese raggiunge l’abitato di Castelfranco di Sopra punto di arrivo della TransPratomagno 0 edition. Per conoscenza è doveroso spiegare che il Pratomagno è un gruppo montuoso che si innalza tra il Valdarno superiore e il Casentino a nord-ovest della città di Arezzo. La vetta più alta del massiccio montuoso raggiunge quota 1592 metri s.l.m. ed è denominata Croce di Pratomagno; altre cime elevate sono Poggio Masserecci (1548 metri s.l.m.) e il Monte Secchieta (1449 metri s.l.m.) che divide la provincia di Arezzo da quella di Firenze. Il massiccio montuoso è nettamente delimitato ad est, sud ed ovest dal fiume Arno.
Il primo sentiero percorso, il 45 imboccato a Ponte Buriano, si snoda per i primi 4km tra le coltivazioni a granoturco ed i terrazzamenti d’olivo nei pressi dell’abitato di Cafaggio inizia a seguire la strada asfaltata fino a Casa Vecchia dove abbandona l’asfalto addentrandosi nel bosco per una carrareccia. Un sentiero bello questo pur non paragonabile con il resto dell’itinerario. Sicuramente la parte meno piacevole è quella tra Cafaggio e Pieve San Giovanni dove la strada passa tra le case e risulta a volte abbastanza “trafficata”.  Molto affascinante la parte tra Casa Vecchia e Spedale, specie l’arrivo a Spedale rimane nella mia mente, quella chiesetta arroccata sul cocuzzolo con il bosco alle spalle è carinissima.
Il sentiero 00CT, relativamente alla parte da me percorsa, lo suddividirei in 3 parti. Una prima parte da Spedale alla Crocina costituita da boschi di cerro intervallati da radure; la parte centrale che sfila più o meno parallela alla strada panoramica del Pratomagno ci porta fino alla località Monti Lori, in questa sezione si susseguono boschi ad alto fusto, prevalentemente abeti e pini; e la parte relativa alle creste sommitali, Cima Bottigliana, Poggio Masserecci, Croce del Pratomagno dove il sentiero si snoda tra le vaste praterie di pascolo contornate da fitte faggete. Sono profondamente indeciso se asseganere la palma d’oro come parte più bella alle fantastiche praterie sommitali dove lo sguardo è libero di scrutare l’orizzonte su tutti i fronti oppure alle abetaie e pinete della parte centrale dove la pista forestale si arrampica senza tregua sulle pendici della montagna e il viandante è perennemente scrutato dagli innumerevoli daini che fuggono spaventati dall’intruso.
Sicuramente la parte più brutta dell’intera traversata è quella relativa alla discesa lungo il sentiero 20 fino a Castelfranco. La pista inizialmente illude snodandosi tra le fitte faggete bellissime, salvo sbucare dopo soli 2 km su uno stradello asfaltato che scende duro tra la macchia per 8km  e mezzo, unica nota positiva il panorama che spazia sul Valdarno e  rimane sempre sgombro data l’assenza di alberi.





ATLETICAMENTE > Nulla da recriminare sulla mia tenuta fisica, oggi (domenica 2 settembre) ho qualche dolorino qua e là, in linea di massima però tutto abbastanza normale. Salire per 1990mt di dislivello per 34km consecutivi non è stato sicuramente semplicissimo, la parte che più mi ha impensierito della fase di ascesa sono state le creste sommitali, dove, vuoi per la stanchezza che dopo 25km cominciava a farsi sentire vuoi per la conformazione del terreno fatta di rampe ripide e corte (300-400mt) e discesine conseguenti mi vedevo spesso costretto a fermarmi sul cocuzzolo con le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato qualche secondo. Le 6 ore e 46 minuti impiegate per compiere l’intera traversata le interpreto positivamente. In salita non ho mai corso, tenevo un buon passo cercando una cadenza elevata ma senza esagerare con la lunghezza della falcata, monitoravo spesso la frequenza cardiaca ritrovando valori oscillanti tra 155 e 170 bpm. La discesa l’ho corsa tutta tra i 4’30’’ e i 6’00’’ a km, cercando di non prendere troppo abbrivio e non dover frenare troppo di quadricipiti e se considero che in 10km, per la maggior parte su asfalto, ho perso 1300mt di quota ed oggi ancora cammino sulle mie gambe credo di poter dire di aver corso bene. Analizzando l’allenamento su Garmin Connect ho notato che tra il tempo in movimento (5hr e 40’) e quello effettivo (6hr e 46’) c’è più di un’ora di differenza, questo significa che togliendo le innumerevoli pause per le foto, le pisciatine ed i rifornimenti, sono andate piuttosto forte e mi ritengo soddisfattissimo, a questo punto mi piacerebbe aumentare gradatamente la tenuta alla distanza.





FAUNISTICAMENTE [COMING SOON]


METEOROLOGICAMENTE > A priori non era certo la giornata migliore per compiere questa traversata, a posteriori raramente ci saranno condizioni migliori. Il giorno prima avevo scandagliato tutti i siti di previsioni meteo e tutti erano abbastanza concordi nel definire una finestra temporale di bel tempo che andava dalle 6.00 alle 15.00, tuttavia la mattina quando mi sono svegliato il cielo all’orizzonte era nero e le nuvole erano basse. Ho comunque deciso di partire e tutt’al più tornare alla macchina invece di completare la traversata. Più volte sono stato sul punto di girare sui tacchi ma fortunatamente non l’ho fatto e dopo le 11.00 il cielo si è un po’ aperto e c’era anche qualche raggio di sole. La scelta definitiva di proseguire l’ho fatta quando ho incontrato un amico capo scout sul Pratomagno per un’escursione con i ragazzi che si è reso disponibile a riportarmi lui indietro se il tempo fosse peggiorato drasticamente. Il loro furgone difatti era parcheggiato a Monte Lori, circa 8km dalla Croce del Pratomagno, in un buon punto per un eventuale ritirata strategica. In ogni caso alla fine di acqua non ne ho presa nemmeno una goccia, certo con cielo azzurro e terso ne avrebberò guadagnato i panorami ma bisogna anche sapersi accontentare.



METABOLICAMENTE > L’unica cosa da dire al riguardo è che tenermi tal quale il 250 del risveglio (vergogna) senza fare boli correttivi e di conseguenza senza mangiare nulla per colazione si è rivelata una scelta ottima dato che dopo 2hr dalla partenza la glicemia si era già stabilizzata su valori ottimali e da li grazie a microintegrazioni periodiche non si è più schiodata. Con questo non giustifico la mia cazzonaggine di non aver saputo gestire la cena del giorno prima per avere una glicemia ottimale al risveglio. Nel TA Verna – Monte Falterona dove invece avevo corretto il 180 del risveglio con una unità di rapida avevo poi avuto tendenze all’ipo per le prime 3 ore di attività. Basali della sera precedente e del giorno stesso invariate.


Croce di Prato Magno