'Val Varaita con Amore ...' di Michela Del Torchio
Ho sempre voluto provare il ghiaccio, anzi arrampicare su ghiaccio. Rispetto all'arrampicata su roccia bisogna fidarsi non solo delle proprie capacità alpinistiche, ma anche di ramponi e piccozze, che ovviamente devono essere messe in maniera esemplare. Dal 14 al 17 febbraio 2008 ho 'fatto ghiaccio' con un gruppo di persone eccezionali, tra cui il mio dottore. La glicemia è rimasta sempre sopra i 150 ma sotto i 180 mg/dl per tutte e tre le giornate di scalata, la sera crollava sotto i 120 mg/dl, ma le cene della sig. Cristina ricche di carboidrati (la cena comprendeva riso o pasta, per cui poveri di grassi, sempre in bianco con olio e parmiggiano o con un ragù "dietetico",) hanno evitato ipo notturne o mattutine. Il momento in cui avevo la glicemia un pochino più bassa era dopo l'avvicinamento alla cascata, abbiamo camminato sempre per oltre 40 minuti nella neve in salita, quindi riducevo la basale e mangiavo un pochino (una o due mele) prima di iniziare la salita e poi la scalata. Si mangiava "seriamente" solo a colazione (pane e burro, caffè e succo di arancia) e, per evitare IPO, una barretta di grancereale a metà giornata. Insomma attività fisica e alimentazione controllata hanno mantenuto perfettamente nei range la glicemia anche nella mia ennesima 'nuova situazione'. Il diabete si lascia gestire e conoscere molto tranquillamente, solo tanta pazienza, umiltà e voglia di "migliorarsi", sempre. Godetevi le foto
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