C&D • 2011 - C&D 4 Kids
18 Giugno 2011, Arezzo h 8.30 circa "C&D FOR KIDS" Pedalata di Gruppo Arezzo-Ospedale Meyer di Firenze Presentazione iniativa: - Referente C&D: Andrea Guerra Nel 2010 C&D ha conosciuto in vari Convegni la complessa realtà dei "Mellito:Kids" e delle loro famiglie. •••La pedalata di gruppo da Arezzo a Firenze sarà l'occasione per incontrare bambini e familiari per testimoniare la forza dello "spirito CicloMellito". In concomitanza alla Festa Annuale ATBGD (Associazione Toscana Bambini e Giovani con Diabete), C&D porterà la testimonianza del "ciclomellito" … "Tutti in movimento per ritrovare l'isola" è lo slogan dell'iniziativa … Un gruppo di ciclisti con diabete partirà da Arezzo alla volta del Meyer: una sorta di passaggio del testimone fra i ciclomelliti, che andando oltre il diabete, hanno ritrovato la loro isola e i numerosi giovani con diabete e le loro famiglie che sono ancora in cammino per arrivare al loro traguardo. Un forte messaggio di salute e benessere da chi giorno dopo giorno vive la propria quotidianità con il diabete. Un forte messaggio alla popolazione, per richiamare l'attenzione sul fatto che anche i bambini possono avere il diabete, e sull'importanza di una diagnosi che dovrebbe essere quanto più precoce possibile. "Tutti in movimento … per ritrovare l'isola" Un titolo evocativo per chi il diabete lo vive tutti i giorni: un richiamo all'isola pancreatica che non c'è, ma che può essere ritrovata con una consapevole autogestione e con uno stile di vita sano in cui lo sport e la socializzazione fanno da protagonisti. Un titolo evocativo per tutti ognuno di noi cerca la sua isola dei sogni e del benessere, lo sport è per tutti un mezzo che aiuta a raggiungerla in compagnia degli altri. DNL's Version La pedalata di Gruppo vista dal Grippo Un resoconto "politicamente scorretto" CLICCA QUI > VIDEO PEDALATA di Alessandro Grippo, DM1, Arezzo (in totale sintonia con il Presidentissimo) Prefazione Presidenziale di Cristian Agnoli, DM1 - Diabetenolimits onlus In attesa della versione ufficiale, i vertici DNL si dedicano al ruolo di narratori / provocatori. Nelle grandi famiglie ognuno ha il suo compito. Ovviamente viva le iniziative di gruppo, viva il Meyer, viva C&D e viva DNL, ma nella consapevolezza che c'è molto da fare e che il "volemose bene" non è sempre l'unica via quando c'è di mezzo la salute delle persone e che il saper mettersi in discussione, anche da parte di affermati professionisti, operatori o semplici persone con diabete, è necessario per capire di più e cambiare realmente prospettiva sul mondo del diabete. La ricerca un giorno farà il suo corso, noi, nell'attesa, ci dedichiamo alla ricerca di un nostro e altrui equilibrio, vero e non presunto, metabolico e nutrizionale ovviamente, ma soprattutto personale. Fatte le dovute puntualizzazioni, vi lascio ora alla lettura del report by Grip di cui sono entuasiasta (ma non escludo che qualcuno nel leggerla si possa sentire urtato ma lo invito a contare fino a 3 e a leggere e rileggere più volte queste righe), invitando chiunque abbia partecipato all'iniziativa a elaborare una propria versione (non necessariamente in linea con quanto qui esposto) ... raccontarsi, raccontarsi, raccontarsi! Andrea Guerra parla alla platea †††Ci tengo a puntualizzare che a mio avviso l’attività fisica pur utilissima non è indispensabile, chiaramente dietro a questa scelta ci sarà l’adozione di uno stile di vita realmente morigerato ed attivo, leggasi eliminazioni di tutte quelle facilitazioni che fanno di noi dei tecnoassistiti in qualsiasi nostra attività di gestione. D’altronde l’homo neanderthalensis pur non praticando sport risultava essere molto più in forma ed in salute della maggioranza della popolazione odierna a causa della sua dieta ma soprattutto a causa del suo dispendio energetico dovuto a spostamenti, lavori manuali, caccia. Ma senza scomodare la preistoria è sufficiente vedere chi ci ha preceduto di almeno 3 o 4 generazioni, i loro corpi sodi ed asciutti erano forgiati dal lavoro nei campi, nei pascoli montani, nei boschi e dai tanti spostamenti fatti a piedi e non da corse o uscite in bici o altro; la morte per malattia era all’ordine del giorno ma causata da infezioni o mancanza di cure mediche adeguate e non da malattie metaboliche, vedasi DM2, che diventano pandemie solo ai giorni nostri. Oggi c’è l’esigenza di praticare attività fisica per riportare il bilancio energetico in pari in seguito ad una drastica riduzione del dispendio calorico dato dalle facilitazioni tecnologiche. Autocontrollo by Marco Bianchini! Dopo questa piccola digressione filosofica o se volete chiamatelo pure sfogo personale proseguirò con la cronaca delle ore trascorse sui pedali. Prima della partenza della carovana da Arezzo ci sono state le immancabili benedizioni da parte delle amministrazioni locali delle ASL e delle fatiscenti e vacue associazioni di diabetici locali. Sotto i flash dei fotografi e le lenti della macchina da presa delle emittenti locali, Guerra e la sempre entusiasta Dott.ssa Ricci tentano di far capire ai giornalisti presenti il senso di questa pedalata. Foto di rito, ed alle 8.30 puntuali prendiamo il via. I primi 10 chilometri trascorrono tra i continui richiami alla prudenza di Andrea Guerra che preoccupato dalla presenza di traffico lungo le strade che portano fuori città ci invita costantemente a procedere in fila indiana. Arrivati nei pressi di Quarata la strada prosegue in discesa per 2-3 chilometri in direzione di Ponte Buriano (di epoca romana, famoso perché pare compaia alle spalle della Lisa Gherardini, nel famoso ritratto la Gioconda di Leonardo da Vinci). Da Ponte Buriano inizia un bellissimo tratto di continui saliscendi che passando in mezzo alle zone di produzione del vino Chianti dei Colli Aretini attraversa gli abitati di Castiglion Fibocchi, San Giustino Valdarno e Terranuova Bracciolini ci porterà fino alla SR69 nei pressi di Montevarchi. Alla destra del nastro d’asfalto ci sovrastano le verdi pendici del massiccio del Pratomagno la catena montuosa che separa il Valdarno dal Casentino, sulla sinistra lo sguardo spazia tra i campi coltivati ed i boschi del Valdarno aretino; un cielo azzurro ci sovrasta ed un tenue vento ci carezza dolcemente facendoci godere appieno una giornata fantastica. Passato San Giustino la strada dopo un’ultima dolce erta inizia a scendere in direzione d’Arno. Le bici prendono velocità ed il gruppetto si allunga, lo scrivente a cui piace particolarmente giocare in discesa pennella con gaudio le curve guidando il plotoncino. A chiudere il gruppo in macchina seguono Monica la nostra nutrizionista sorrentina ed Isabella , DNL friends aretina. Passata Terranuova Bracciolini quindi Montevarchi la strada si immette nella SR69, e purtroppo fino ad Incisa sarà un dirizzone trafficato e disseminato di fabbriche. Per meglio far trascorrere questo brutto ma inevitabile tratto del percorso scelto per arrivare a Firenze, non appena entrati nell’abitato di Montevarchi mi metto a condurre il gruppo a buon ritmo, e costante attesto la velocità attorno ai 34-36km/hr. Ho buone gambe oggi e l’agilità mi viene facile, mulino un 52-17 attorno ai 110rpm, senza troppo sforzo proseguo per una decina di chilometri. Passo quindi il testimone al Marco Van De Bianchini che aveva gambe fresche avendo fatto agilità (se 52-12@60rpm è agilità ?) fino ad ora da Arezzo. Marco prende il comando e ci porta fino ad Incisa. Qua è sosta tecnica per far rientrare in gruppo Andrea Guerra ed Emanuele Parati che si erano attardati per effettuare un controllo della glicemia. Ricomposti i ciclisti, diabetici e non, imbocchiamo una strada in sinistra della SR69 che ci porterà fino ai 400mslm di San Donato in Collina. Da ora per 10 chilometri come direbbe Cassani <<…è salita vera…>>, si fa per dire, in realtà il dislivello è di 330mt con una pendenza media del 3,5% , ci sono un paio di rampe arroganti che sfiorano il 10% ma poche centinaia di metri nulla di più. Saliamo ognuno del suo passo ed al GPM transita primo il nostro grimpeur Marco Bianchini a dispetto dell’allenamento in agilità che ha fatto fin ai piedi della salita da Arezzo (52-12@60rpm), seguito non ricordo da chi quindi io in 3° posizione. Siamo attorno al 65 chilometro, ne mancano circa 20 per arrivare a Firenze, la strada ora scende fino al capoluogo, e la discesa è affar di Cristiano Berni che mi sbeffeggia sulla vetta del San Donato e mi scatta avanti non facendomi nemmeno bere. Mi tuffo dietro di lui e in picchiata recuperiamo Bianchini che sulla cima ci aveva dato 3-400mt. Ci lasciamo alle spalle il vincitore del GPM e proseguiamo la nostra folle discesa. Le curve si susseguono facili, poche volte chiudono spezzando il ritmo, in genere si riesce ad impostare una buona corda senza perdere velocità . Cristiano è un cagnaccio in discesa, un cagnaccio che non ti aspetteresti considerando che è basso e peserà a mala pena 64kg, rilancia sempre ad ogni uscita di curva e conduce molto bene la bicicletta, fatico a tenergli dietro. Arrivati a Bagno a Ripoli la discesa termina e ci accostiamo al limitare della carreggiata per aspettare tutti. Nell’arco di una 10 di minuti il gruppo si è ricompattato e siamo di nuovo pronti a partire direzione Meyer. Da qui il percorso è immerso nei trafficati viali Fiorentini. Rischiamo reiterate volte il linciaggio da parte degli automobilisti imbufaliti ed impieghiamo più tempo a fare questi pochi chilometri in mezzo a Firenze rispetto al tempo impiegato per salire il San Donato. In ogni caso puntuali alle 12 e 30, siamo in Via Pieraccini, prossimi all’ingresso al Meyer. Il gruppo compatto accede dall’ingresso principale, l’accoglienza è un tripudio di urla e di applausi, forse troppo, siamo commossi almeno io lo sono. Bambini festanti ovunque, genitori sorridenti e realmente felici: tuttavia non riesco a capire bene. Perché sono così felici per il nostro arrivo? Lo sono per questa sorta di gemellaggio Firenze - Arezzo, la gioia di conoscere persone nuove? O lo sono perché pensano che la nostra sia stata un’impresa epica degna di essere applaudita? Ho questo dubbio che mi attanaglia lo stomaco, tutti loro, ripeto qualsiasi persona che era li presente quella mattina avrebbe le potenzialità di percorrere quegli 85km che separano le 2 città , ma pochi lo fanno, ed io sono terrorizzato dai limiti che le persone si impongono di avere ma che in realtà non hanno. Ed è questo il vero messaggio che vorrei aver portato, ed è questo il messaggio che sta dietro a DiabeteNoLimits ed a tutto il lavoro di prova, racconto, resocontazione, divulgazione che l’associazione fa. Il vero significato del No Limits è questo, non c’è nulla di allucinante nel correre, nel nuotare, nel fare un’ultra trail, nel fare una vacanza in bicicletta, nel correre una maratona, è tutto dannatamente e semplicemente normale ed alla portata di qualsiasi diabetico consapevole e cosciente che che ha la padronanza del suo status di diabetico. Ed essendo tutto assolutamente normale è chiaro che non ci sono limiti da superare, se non quelli che noi vogliamo imporci. Spero con tutto il cuore che serva a qualcosa quello che proviamo a fare ma talvolta ho paura che il senso di quello che facciamo sfugga anche a qualcuna delle persone che fanno parte di Diabete No Limits, di conseguenza è abbastanza utopistico pensare che possa arrivare a chi è in balia dei messaggi divulgati dalla società , a chi si affida ancora alla ricerca come unico faro di speranza in un mondo buio. E’ giusto promuovere il finanziamento alla ricerca ma quello che non è giusto è riporre tutta la nostra speranza in una cura che ora non c’è e demandare o non fare tutto ciò che possiamo e dobbiamo oggi fare con gli strumenti in nostro possesso, tra i quali lo strumento principe è il nostro cervello . La carovana ridente e festante riparte tutta in bicicletta, e questa volta attraversa Firenze in direzione del Centro Ippico Toscano. L’organizzazione aveva predisposto un servizio gratuito di noleggio bici per chi ne era sprovvisto cosicché tutti hanno potuto fare i pochi chilometri sotto la guida di 3 simpatici Poliziotti Municipali anch’essi in bicicletta. Il banchetto che ci aspetta al nostro arrivo è realmente un no limits di grassi saturi e in questo non c’è niente di male, il male sta nel fatto che in pochi sanno come poter gestire terapeuticamente un banchetto del genere, chi si pone il problema il più delle volte per non sbagliare si riguarda nel mangiare, gli altri mangiano e prendono quel che viene. Il pomeriggio prosegue tra lazzi frizzi e sollazzi fino all’arrivo di un Presidentissimo che dopo aver corso il suo Trail 3V si è fatto un microciclo di sonno di 2 ore ed è quindi partito da Garda per venire a trovare i suoi amici a Firenze. A fine pasto andiamo a fare un sonnellino in sala convegni, dove medici tedieranno la platea con la solita panzana di slide recuperate dal web, chi organizza non ha ancora capito che il paziente medio ha bisogno di altro per crescere ed intraprendere quel percorso che lo porterà alla consapevolezza terapeutica. Come al solito il racconto delle esperienze vere quelle che servono è lasciato al termine dei giochi quando ormai la soglia di attenzione della platea è ridotto a 0. Si conclude così la nostra giornata sportivo-propagandistica in uno stato d’animo contrastante, tra bambini festanti, e che purtroppo se ne fregano del diabete, e genitori assillanti ed iperprotettivi che tediano i loro figli parlando solo di diabete con loro e preoccupandosi solo delle glicemie dei loro figli anziché del loro equilibrio mentale. Sto esagerando con la mia disamina? Spero vivamente di si e che quello che io ho visto siano solo dei miei deliri dati dall’eccesso di boli combo. Mumble Mumble ... Ciclomellitos Testimonianti & Pedalanti presenti:
Logistica & Percorso Il punto di ritrovo dei ciclomelliti, dei gregari e dei mezzi al seguito è fissato alle ore 7:30 al parcheggio (non a pagamento) delle scale mobili, dietro il Duomo di Arezzo. Da lì ci si sposterà verso il centro, in Piazza S. Jacopo, da dove verrà festeggiata, sostenuta e ufficializzata la partenza di tutti i ciclisti in direzione Firenze. Solo i primi chilometri per uscire dalla città saranno percorsi insieme ad altri eventuali, ulteriori ciclisti, per ragioni di sicurezza tutti dietro un messo comunale (vigile della polizia municipale). Da Arezzo prenderemo la strada "Via 7 Ponti" (dal centro Multiplex Multisala), in direzione Castiglion Fibocchi. Raggiunto Quarata, terremo la direzione per Terranova Bracciolini e Castiglion Fibocchi, percorrendo la bellissima "strada del vino". Dopo c.a. 25/30 Km, passeremo per "Terranova Bracciolini, Montevarchi e San Giovanni Valdarno", per proseguire sulla strada SR69, seguendo la direzione "Firenze". Arrivati ad Incisa, prenderemo per San Donato e raggiungeremo il Meyer (Viale Pieraccini Gaetano, 24 - 50139 Firenze, FI), dove ci uniremo con altri ciclisti del posto per proseguire fino al CIT. L'arrivo dovrà essere a non oltre le ore 12:00, dove è prevista una breve sosta per incontrarsi con altri ciclisti del luogo (medici, bambini e ragazzi, genitori, simpatizzanti, …). Il gruppo ciclistico dal Meyer, cresciuto numericamente, sempre quindi per ragioni di sicurezza di nuovo scortato da un messo comunale fiorentino (vigile della polizia municipale o chi per lui), proseguirà per altri c.a. 6-7 Km in direzione del CIT Centro Ippico Toscano (Le Cascine). Qui i ciclomelliti faranno rifornimento, si incontreranno con genitori, bambini e presenti e nel pomeriggio parteciperanno al meeting come da programma. |