2015 • EVENTI RUNNING - BLUESMILERUN 6K
ALBERTO BRUNELLI @ BLUESMILERUN 6K_VIMERCATE_MB • 4 LUGLIO 2015 "Bru First: due visioni" Un atleta con diabete di tipo 1 vince la BlusmileRun 2015 di Vimercate … come è stato possibile? Qui ve lo raccontiamo in due modi diversi. Al lettore cogliere cronaca, spunti, provocazioni, stimoli e parodie: con licenza di incavolatura e non condivisione. VIDEO DELL'ARRIVO [LINK] ARTICOLO DI GIORNALE [LINK] Versione 1: "Campione per un giorno …" testo di Alberto Brunelli, dm1, Roncello Quasi per caso scopro che in occasione della Notte di Sport, una manifestazione sportiva organizzata a Vimercate vicino a Monza, si corre la seconda edizione della BlueSmile RUN, gara podistica di 6 o 10 chilometri. Il caldo asfissiante subìto durante il giorno, infatti, mi aveva scoraggiato a correre nelle ore diurne e mi aveva orientato a partecipare alla BlueSmile che si sarebbe disputata in orario serale. Arrivo alla zona della partenza, mi iscrivo alla gara e incontro molti amici e podisti locali. Decido di correre il percorso di 6 km, a ritmo sostenuto per valutare la mia condizione atletica. Alle 21 e 30, la gara ha inizio. Nonostante il cospicuo numero di partenti, non sono presenti podisti di alto livello. Dopo il primo chilometro mi accorgo di essere tra i primi: completo i primi 1000 metri al di sotto dei 3'50'' al chilometro e mantengo questo ritmo. A metà percorso, percepisco di sentirmi bene e piano piano recupero metri su altri due concorrenti. Verso il quarto chilometro mi raggiunge un ragazzo che conosco, il quale, dopo un breve scambio di parole, mi avvisa che sulla distanza dei 6 chilometri sono secondo. Non mi capita spesso, o, meglio, non mi è mai capitato di essere nelle prime posizioni, quindi cerco di capire se posso essere in grado di raggiungere il primo. Quando i percorsi dei 6 chilometri e dei 10 chilometri si dividono, scorgo il primo podista a pochi metri da me. Lo raggiungo e lo supero quando mancano meno di 2 chilometri all'arrivo. Nell'ultimo tratto del percorso provo l'emozione di non aver alcun concorrente davanti, solamente la bici che mi indica la strada da percorrere. Taglio il traguardo in 21'23'', per chilometri 5,62, alla media di 3'48''. Non nascondo la soddisfazione di essere arrivato primo, ma riconosco che in una gara di livello provinciale, con un ritmo di 3'48'' al chilometro non sarei arrivato nemmeno nei primi 20 classificati. La mia soddisfazione sarebbe stata comunque la medesima, perché ritengo di aver corso un'ottima gara rispetto alle mie potenzialità. Lasciamo fare i FENOMENI, a chi FENOMENO lo è veramente. Noi amatori, cerchiamo di dare il giusto peso alle nostre prestazioni sportive. Non diventiamo schiavi delle classifiche e dei premi di categoria. Non diventiamo sportivi accaniti per spirito di rivalsa verso delusioni di vario genere, malattie, vuoti sentimentali. Godiamo di tutto il bello che lo sport può regalare, togliendoci piccole soddisfazioni, e che tali rimangano. Mi interrogo spesso su quanto ho appena scritto, perché mi accorgo che molte persone fanno sport solo per sentirsi “qualcuno”, per pubblicare e pubblicizzare su facebook la loro vittoria. Anche il mondo del diabete è pieno di personaggi che fingono di vivere bene la patologia. In realtà vogliono diventare icone, eroi. Mostrano le loro imprese o pseudo-imprese, nascondendo invece tutte le loro debolezze, incertezze e frustrazioni. Se tutto ciò che questi scrivono fosse genuino e sincero, sono certo che leggerei anche le loro sconfitte, le difficoltà, le paure e le incertezze. Queste ultime, invece, sono molto difficili da trovare, al di fuori del sito DNL … chissà perché?!… sono io che sono malfidente ???!!!! … o invece è proprio cosi …. ???!!!! … La gestione metabolica ... … durante tutta la giornata, per usare un eufemismo, non è stata delle migliori. Mi sono svegliato con un valore di glicemia alto. Dopo il bolo per la colazione, decido di attendere mezzora prima di mangiare con l’intenzione di abbassare la glicemia, ma i valori rimangono sulla media del 200 fino all'ora di pranzo. Nel bolo precedente al pranzo, aggiungo due unità per correggere l'iperglicemia rilevata nel test pre-prandiale. Alle 19 faccio un bolo e ingerisco uno spuntino. A 45 minuti dalla partenza rilevo un valore superiore ai 200 che correggo con una unità di bolo di insulina rapida, sapendo che una gara corsa oltre la soglia anaerobica mi alzerà ulteriormente la glicemia. Terminata la gara non ho né glucometro né insulina a portata di mano. C’è molto caldo e desidero mangiare un po' di frutta, consapevole che molto probabilmente mi sarei ritrovato in iperglicemia. Un’ora dopo il termine della gara, rilevo 292 di glicemia che correggo con 3 unità di insulina. Prima di coricarmi e fino al risveglio della mattina seguente, i valori tornano accettabili. Campione per un giorno ... dei poveri. Domani si torna alla realtà, agli allenamenti, al lavoro, alla vita. Però dopo aver provato le brezza del primato :-) Versione 2:… "And the winner is …" testo di Cristian Agnoli nei panni di Alberto Brunelli Primo assoluto su 490 concorrenti. Grandeeeeeeee! Presentatomi al via dopo aver studiato attentamente la lista partenti per essere sicuro che non ci fossero atleti forti in grado di impensierirmi, ho indossato con fierezza la mia bella divisa DNL, giusto per ostentare la mia "diabeticità" e dare visibilità al mio importantissimo messaggio di speranza: "il diabete giovanile non impedisce ai bambini, ai ragazzi e agli adulti di praticare uno sport" … che roba eh? Alcuni concorrenti in griglia, confondendo il logo "I love Lina Insu" stampato sulla mia divisa, con quello, simile, di altre realtà "compassionevoli" che nel passato recente si sono impegnate in campagne su sport e diabete, subito mi hanno fatto passare avanti: "Ah tu sei diabetico, poverino, passa, vai, mettiti in prima fila. Fatti fotografare e poi prenditi un po' di vantaggio!" Un paio di atleti al mio fianco, memori di alcuni post e articoli di famosi testimonial italiani del movimento diabete e sport, si sono profusi in incoraggiamenti e pacche sulle spalle, oltre a domandarmi continuamente prima del via se stavo bene, se non mi pesava la mia patologia, se l'iscrizione alla gara me l'ha prescritta il medico di base, se avevo bisogno di assistenza etc etc. Vedendomi mettere una bustina di miele nel taschino, hanno sgranato gli occhi, chiedendomi: ma voi diabetici potete prendere gli zuccheri? Sì gli rispondo io, a volte possiamo. Però di solito prima di farlo, chiedo consiglio al mio medico che mi segue costantemente grazie al mio smartphone. Di solito uso lo glucosprint ma la fornitura gratuita per oggi non è arrivata in tempo e dunque devo fare con quello che ho. Una vera ingiustizia. Sono preoccupatissimo. Senza il mio glucosprint non so come andrà! La conversazione si interrompe all'improvviso. Lo speaker annuncia che manca un minuto alla partenza. Giusto il tempo di mettermi davanti a tutti e per confidare ai miei interlocutori che grazie ad alcuni corsi di autostima con metodologie psico-analogiche integrate, addirittura ora riesco a dormire da solo, anche se preferirei avere sempre qualcuno al mio fianco. Fra poco mi sposo, ma abbiamo deciso che terremo una terza persona con noi in stanza con il glucagone sempre pronto. Non si sa mai. Così sembrerebbe infatti consigliare Francesco Gallo da Palermo, aspirante Ironman e guru dello sport di endurance siciliano, recentemente sfortunato protagonista di una pesante ipoglicemia notturna con ricovero, convulsioni, perdita di conoscenza e ferita lacero-contusa con tanto di divulgazione su internet e liquidata con un "non trovo una spiegazione!" (su facebook c'è tutto, non ce lo inventiamo noi! Franco, coraggio, ma cosa cavolo scrivi, cazzarola!). Eh già con il diabete si possono fare Ironman, maratone, ultramaratone, mega traversate, scalare gli ottomila, ma guai a dormire da soli!!!! Ma continuiamo così: a fare imprese senza guardare al day-to-day. E poi c'è chi fa fatica a ottenere il rinnovo della patente oppure ad ottenere il rilascio dell'idoneità agonistica. Torniamo alla gara. Tre due uno … Via. Si parte. Imposto un ritmo regolare a 3'45 al km in scioltezza. Alcuni forti runner provano a staccarmi. "Ehi, gli urlo io, rallentate! Sono diabbetico!!!!" Uno degli apripista in bici li raggiunge, gli spiega che io sono "diabbbbbetico" e che devo assolutamente vincere per dimostrare all'opinione pubblica e a chi soffre di questa grave patologia, che si può primeggiare anche con il diabete. Si lasciano convincere, con la promessa di una foto di gruppo all'arrivo e di essere citati nell'articolo di giornale che qualche prezzolato pubblicista si adopererà a confezionare ad hoc. Visto che c'erano mi hanno permesso anche di misurarmi la glicemia fermandosi tutti, e concedendomi una trentina di secondi. La gara è stata neutralizzata per dare il tempo ai miei assistenti di raggiungermi, consegnarmi il glucometro, verificare la glicemia, dirmi cosa dovevo fare dopo aver consultato on line un'équipe di medici specialisti della diabetologia dello sport e il mio personal trainer, e proseguire sempre avendo verificato di non aver sviluppato eventuali complicanze nella prima metà di gara. Questo approccio l'ho imparato dalla nuotatrice con diabete di tipo 1 Monica Priore, la "super campionessa" con un personale sui 100 mt stile libero crediamo di poco inferiore al minuto e trenta (il record mondiale per la cronaca è 52 secondi e 07), oltre ad autrice di sedicenti grandi traversate con barconi al seguito equiparate a vittorie di campionati mondiali. Che bel messaggio di autodeterminazione e emancipazione! A lei mi ispiro in tutto quello che faccio! La mia eroina! Pensando a lei e a tutte le grandi IMPRESE mie, sue e di tanti altri specialisti nel campo come Biagio Barletta, Luca Vanni e David Panichi (e scusate quelli che non cito ma in questi momenti di euforia e concitazione non tutti mi vengono in mente …) taglio il traguardo in solitudine e con ampio distacco. Parti forte, a metà accelera, alla fine a Tutta … Mi sento, e sono, un CAMPIONE! Ho vinto la BlusmileRun 2015 di 6k … una gara che la storia del diabete mondiale ricorderà! Non sarà un'Olimpiade, ma il mio diabete è sicuramente più cazzuto e difficile da gestire di quello di Hall e Redgrave. Prossimamente conto di vincere, in sequenza, i campionati nazionale, europeo, mondiale e interplanetario di mezza maratona e dei 10km per atleti diabetici promosso dall'ANIAD … altro che Olimpiade! Sul podio: applausi, tripudio generale. Sono commosso: lacrime di gioia. Intervista con lo speaker, dove spiego il mio grande messaggio di speranza … "sì con il diabete nulla è impossibile!" Poi un immenso abbraccio ai miei genitori, a mio fratello, alla mia ragazza e a tutti quelli che mi sostengono in questa mia difficile battaglia contro il diabete e le sue implicazioni. Grazie a tutti! Mentre mi allontano mi si avvicinano un paio di personaggi. Uno è il rappresentante di una casa farmaceutica che si complimenta con me e mi invita a cercare di promuovere qualche iniziativa assieme. Ci scappa anche la fornitura di integratori e altri prodotti specifici per diabetici. Perché no? Toglietemi tutto tranne il mio Glucosprint. Poi mi presenta un rivenditore di abbigliamento sportivo che mi promette sin d'ora sponsorizzazione con tanto di completino e materiali dedicati da indossare durante le mie attività sportive. "Mi raccomando, sempre in prima fila: tanto alle gare dove ti iscriviamo noi ti diamo la griglia di merito, sempre e comunque" - mi tranquillizza. "E conosciamo parecchi giornalisti che ti scriveranno il solito articolone. Sempre per solidarietà e per una buona causa, sia ben inteso. Noi siamo etici". Evviva lo sport che "aumenta il senso di benessere e sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sè stessi e la sensazione di "potenza" nei confronti del diabete". Che belle parole! Queste le ho copiate pari pari da alcuni post che ho trovato su Facebook. E' proprio vero: per vincere bisogna allenarsi duro e se poi avere il diabete può essere di aiuto per avere un riscontro migliore cosa c'è di male. In fondo è giusto, visto la nostra "condizione", avere qualche vantaggio che non sminuisce affatto il senso della mia performance: ho corso a 3'48 al chilometro … un missile! (il record del mondo dei 5000 si corre a 2'31" al km … ma considerato che io ho sono diabetico è giusto metterli sullo stesso piano) Questa mia IMPRESA sportiva vuole essere un esempio per tutte le persone affette da diabete. Se non ce la fate, "il record ve lo passa la mutua". Basta farselo prescrivere e state tranquilli che troverete qualche sponsor filantropo che vi aiuterà a realizzare il vostro sogno. Essere un CAMPIONE! L'impresa assume un significato anche medico scientifico. L'attività fisica ha un valore terapeutico perché tra i tanti benefici è stato dimostrato, che aiuta a regolare i valori delle glicemia e il compenso metabolico. Grazie alla moderna tecnologia, inoltre, si possono tenere sotto controllo le variazioni glicemiche presenti durante lo sforzo. Che lo sforzo sia con voi! Nel mio caso, glicemia iniziale: 188 mg/dl. Nessuna integrazione. Glicemia finale = 292 mg/dl. Alcuni tipi di sforzo, anche in soggetti ottimamente compensati come me, possono provocare risposte glicemiche non ottimali. Peraltro giornata di pessima gestione con glicemia over 200 dalla mattina. Ops … ho pubblicato un esempio di cattiva gestione. Non avrei dovuto nella mia vesta di modello esemplare e motivatore verso i giovani diabetici! Però dai, magari questa cosa la censuriamo e non la scriviamo e facciamo passare solo le cose positive, perché altrimenti tutti i diabetici uniti (e disuniti) in rete nel leggermi vanno in depressione … Il carrozzone di sport e diabete deve proseguire il suo percorso di ottimismo compassionevole a tutti i costi. La verità non conta, conta solo il messaggio "positivo". La verità, e i contenuti, possono attendere. Quanto qui scritto è una parodia/invettiva su quello che è capitato ad Alberto Brunelli da Roncello: VINCERE, da atleta con diabete di tipo 1, una garetta di provincia dove non c'era nessuno di forte veramente (con rispetto per tutti i partecipanti). Bella soddisfazione, e vai di " Grandeeeeeee "su facebook. Ma abbiamo preso la palla al balzo per far "riflettere" su cosa siamo e dove stiamo andando! Potevamo risparmiarcela … forse sì, ma nessuno vi obbliga a leggerci. Fermatevi qui se ne avete abbastanza. Non ce l'abbiamo con nessuno. Abbiamo fatto un paio di esempi con nomi e cognomi giusto per segno netto di "distinzione" a uso reciproco. Ci spiace per chi così vive diabete, sport e prestazione. Raccontiamo, ed elaboriamo, quello che ci capita di leggere, vedere e avvertire. Purtroppo in alcuni ambienti di sport e diabete, e anche da parte di persone con visibilità e ruoli istituzionali che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo condiviso alcuni percorsi (e ci domandiamo cosa sia accaduto nel frattempo …) è così che si vive la performance: rivalsa, impresa e frustrazione vengono camuffate da messaggi di speranza e campagne di sensibilizzazione. C'è sempre di mezzo il bene che dobbiamo fare a grandi e piccini con diabete, a giustificare il tutto, ma in realtà ci sono oceani di disperazione e solo pozze aride di umiltà. Che tristezza! Ci abbiamo ricamato un po' su ma crediamo la realtà non sia poi così diversa al di là delle buone intenzioni di tutti. Noi proviamo a correre, pedalare, lavorare, DORMIRE, vivere … o da soli o non da soli … ma lo decidiamo noi, non le nostre paure! E' necessario un salto di qualità o rischiamo di essere ridicoli ai nostri e agli altrui occhi. Basta con il promuovere l'attività fisica e il buon compenso senza prima fare i compiti a casa e soprattutto senza raccontare la verità, senza fare un minimo di autocritica feroce quando sbagliamo, annunciando grandi imprese ma poi dimostrando di non saperci gestire nel quotidiano e così andare a farci salvare le nostre chiappette diabetiche dal medico di turno che fino al giorno prima avevamo maledetto …. Come OSO scrivere queste cose? OSO, e me ne assumo TUTTE le responsabilità. Ma non sputo sentenze. Descrivo, con "satira pepata", quello che osservo e constato. Forse mi sbaglierò, ma la mia DNL è questa. Chi non è d'accordo, non ci citi, non ci legga, non ci inviti ai propri eventi, non partecipi ai nostri camp, non indossi le nostre maglie e non sventoli le nostre bandiere (ammesso che ce ne siano ancora in giro …): bruciatele, buttatele. Se proprio volete fare una cosa provate a dire sempre la verità … è la più facile da ricordare. Per fortuna, che ci sono persone con diabete di tipo 1 che ci credono, che si accettano, che non perdono il contatto con la realtà, che si vogliono bene e che si conquistano giorno per giorno il proprio diritto alla felicità, in qualunque ambito sia (imprenditoriale, famigliare, manageriale, affettivo e anche sportivo) … e la maggior parte di queste persone è fuori da DNL, sia ben chiaro! Dopo quanto scritto (pur consapevole che quasi nessuno avrà cliccato sul link e avrà avuto la pazienza di leggere questo mega pistolotto) mi attendo di perdere almeno metà dei membri del gruppo su FB e ahimè anche qualcuno dello zoccolo duro e qualche partecipante a prossime iniziative DNL. Ma magari per cento che se ne vanno, conquisteremo i cuori di una manciata di persone illuminate, sgarruppate, indomite e autentiche che porteranno avanti il nostro approccio "sgradito ma deciso". Ma soprattutto posso guardarmi allo specchio, e fissare negli occhi i miei bambini di 19 e 34 mesi, e dirgli: "Le cose d'ogni giorno regalano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. Il futuro è nostro!" Occupy Diabetes! Occupy DNL! |